Il 17 aprile tutti alle urne per il referendum anti trivelle per vietare le ricerche a tempo indeterminato.
In Sardegna come in tutta Italia si voterà per cancellare la norma che permette di ricercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia dalle coste senza limiti di tempo .
Anche in Sardegna come in tutta Italia si voterà per il referendum abrogativo della norma che permette alle società petrolifere di ricercare gas e petrolio entro le 12 miglia senza limite di tempo.
L’avvio della campagna referendaria per il sì in Sardegna è stato presentato oggi in Consiglio regionale dal presidente Gianfranco Ganau e dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittau.
Il consiglio regionale sardo il 23 settembre scorso aveva attivato l’indizione del referendum abrogativo per la legge che regolano le autorizzazioni ed espropri ed estrazione di idrocarburi dal mare. Una volontà quindi indiscutibile della massima assemblea sarda che si è schierata per il sì all’abrogazione della legge ed ha delegato il presidente Ganau e il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis a rappresentarla nella campagna referendaria.
I sardi quindi solo domenica 17 aprile dovranno votare per il sì o per il no al seguente testo del referendum:
“Volete che sia abrogato l’art. 6 comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “norme in materia ambientale”, come sostituito dal coma 239 dell’art. 1 legge 28 dicembre 2015, n. 208 “disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016), limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”.
Insomma puro burocratese che riassumendo, come già detto, chi vota sì dovrebbe vietare alle compagnie petrolifere di cercare o estrarre gas entro le 12 miglia marine senza limiti di tempo. Il contrario chi vota no lasciando la legge inalterata.
“Per questo referendum contro le trivelle” ha detto Gianfranco Ganau “sono soddisfatto come le Regioni abbiano interpretato le norme e sopratutto quelle che esautoravano le comunità locali da ogni possibilità di dire la loro. È stata immediata la reazione delle Regioni e in tempi ristretti dieci consigli regionali con le loro mozioni hanno manifestato la loro contrarietà alla legge. Su questi sei quesiti il governo è intervenuto e la corte Costituzionale ne ha cancellato due. Oggi il referendum riguarda la concessione che diventa a tempo indeterminata e chiediamo con il referendum che si ripristino i tempi stabiliti come prima. Noto che esiste una volontà di far fallire questo referendum con il non raggiungimento del 50 per cento e questo perché non è stata fatta l’election day e la data del 17 aprile è stata decisa con un tempo ristretto per la campagna referendaria.”.
Pietro Pittalis ha dichiarato: “Penso che sia la prima volta nella storia del Consiglio regionale che una istituzione si mobiliti per una vicenda con una iniziativa importante per far valere le proprie volontà. Siamo davvero preoccupati perché non si é concesso l’accorpamento per le elezioni e questo la dice lunga su come la pensa il Governo Renzi che sta organizzando anche i comitati per il no. Insomma mi sembra giusto che la Regione debba esprimere il proprio punto di vista su iniziative che vanno a incidere su prospettive di sviluppo e crescita della nostra isola come turismo e pesca. Guardate il video con alcune fasi della conferenza stampa.”













