Francesca Deidda è stata uccisa in casa da Igor Sollai. La pista principale, tutta da confermare solo in seguito ai risultati delle analisi nei prossimi giorni, trova delle prime conferme subito dopo le verifiche nell’abitazione. L’auto, poi la casa, entrambe passate al microscopio con anche l’ausilio del luminol dagli esperti del Ris. Si chiudono le indagini sul femminicidio di Francesca Deidda, la 42enne di San Sperate trovata morta dento un borsone scuro nelle campagne di San Vito. Gli esperti del Ris hanno portato via i cuscini di un divano e, stando a quanto trapela, hanno eseguito anche dei tamponi su alcuni frammenti del divano stesso, sulle mura, sul pavimento e sulle maniglie di tutto l’appartamento della coppia. Sono state trovate tracce definite “importanti”, che dovranno essere analizzate e comparate con quelle biologiche ritrovate ieri sulla Toyota Yaris di proprietà della vittima. Se ne saprà di più, ovviamente, nei prossimi giorni: gli ultimi rilievi sono durati oltre sette ore. Per Sollai era presente l’avvocato Carlo Demurtas, per il fratello della donna ritrovata senza vita il legale Gianfranco Piscitelli. Sempre stando a quanto emerge, non sarebbero stati ritrovati elementi utili alle indagini sull’unica lavatrice presente all’interno dell’appartamento di San Sperate.
Intanto, domani i legali di Igor Sollai torneranno a fargli visita in carcere a Uta: “Attendiamo di conoscere gli esiti delle verifiche su tutto il materiale sequestrato e analizzato dal Ris”, spiega Demurtas. “E, in parallelo, continuiamo il nostro lavoro, attendendo anche il termine dei 60 giorni per il deposito delle motivazioni del rigetto della nostra richiesta di allentamento della misura detentiva del nostro assistito”.













