Il lieto fine è arrivato: l’esito del tampone è negativo. Così si legge dal documento ufficiale che riporta nome e cognome, firmato dai medici il trenta agosto scorso, ma eseguito due giori prima. Prima, però, stando a quanto racconta Valeria Sotgiu, badante 27enne di Olbia, c’è tutta una storia fatta di fatica. Meglio, “un’odissea”, come conferma lei stessa a Casteddu Online.
La donna ha pubblicato su Facebook un lungo sfogo: “Martedì 11 agosto ho avuto la febbre a 38,5 e male alla schiena. Ho chiamato il medico per farmi visitare per il mal di schiena, ma lui si è rifiutato perchè avevo la febbre. Mi ha prescritto un antinfiammatorio per qualche giorno”. E i risultati arrivano, ma a metà: “Il mal di schiena si è attenuato, ma non la febbre. Il martedì successivo l’ho ricontattato e mi ha prescritto un antibiotico”. Tre giorni più tardi, con la febbre sempre presente, la Sotgiu riesce a “farmi segnalare all’Igiene pubblica dal mio medico. Qualcuno dell’Unità speciae di continuità assistenziale sarebbe dovuta venire a domicilio per farmi fare un tampone”. La donna vive con i suoi due figli e il marito. “I giorni sono passati e non si è presentato nessuno. Ho chiamato la guardia medica per chiedere di essere visitata, ma mi hanno detto che dovevo attendere l’Usca”.
Intanto, le sue condizioni di salute continuano a non essere delle migliori: “Febbre anche a 38,5, forte mal di schiena e scarso appetito. Lunedì”, e a questo punto è passata più di una settimana dall’inizio del travaglio, “ho richiamato il mio medico. Ha ricontattato l’Usca e gli hanno detto di avere centinaia di schede. Ho provato a farmi visitare all’ospedale di Olbia, ma anche in quel caso la risposta è stata categorica: dovevo attendere a casa. Alla fine, il ventotto agosto, sono venuti a farmi il tampone. L’esito? Negativo, per fortuna”. Valeria Sotgiu è comunque molto amareggiata: “Dov’è la tutela della salute? Dov’è il diritto alla salute, il diritto ad essere curati?”, chiede, polemicamente, riferendosi alla lunga attesa prima del tampone. “Ringrazio la dottoressa Filigheddu, è stata gentilissima, e anche un ragazzo del 118, Gaetano, che mi ha dato un ottimo consiglio”.












