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Far west a Capoterra, due episodi di violenza nel giro di un mese: armi da fuoco che spuntano fuori, ieri un uomo di 36 anni ha richiesto l’intervento del 118 per una ferita all’arto inferiore. Un mese fa, un episodio simile ha fatto scattare le indagini da parte dei carabinieri.
Notizie ancora in corso di sviluppo quelle inerenti a Gini Piscedda, colpito ieri in via Giusti e trasportato in ospedale. Il presunto aggressore, un 42enne, si è presentato in caserma, avrebbe raccontato ai militari di essere stato a sua volta aggredito. E’ stato denunciato ma le indagini per definire i dettagli della vicenda proseguono.
Non un fatto anomalo, da tempo in città si respira un clima teso, ampiamente segnalato dai cittadini. Dopo le 22, infatti, quartieri off-limits per i residenti, “tutti i capoterresi conoscono movimenti e traffici nella zona franca. Rinunciano anche alle passeggiate serali”: spari di petardi usati dalle “bande” per segnalare movimenti o azioni, tra il parco urbano e il cimitero, in particolar modo, al calar del sole non si passa, i cittadini preferiscono transitare altrove. “Lo sparo dei petardi dopo le 22 zona cimitero? Nessuno sente”. I colpi di pistola sparati a un ragazzo davanti alla porta di casa sua e ieri un altro simile episodio hanno riacceso le preoccupazioni: le motivazioni non contano quanto il clima da far west che si percepisce. La sicurezza, controlli e prevenzione dei crimini con una cospicua presenza delle forze impiegate per fronteggiare gli episodi di microcriminalità, e non solo, tanto invocata e cercata dalla giunta comunale, sembra essere, però, ancora incerta. Più controlli per frenare chi regole non ha, forse un sistema di videosorveglianza a tappeto da usare come deterrente per chi si sente padrone, addirittura, di impugnare un’arma e sparare.