Una morte tutt’altro che improvvisa, quella che ha colpito Annamaria Floris, 74enne di Samatzai. Da anni, infatti, la donna stava combattendo la sua battaglia contro la sclerosi sistemica progressiva, una malattia autoimmune rara che, pian piano, fa diventare la pelle sempre più dura e può creare varie complicazioni anche agli organi interni. La Floris è morta lo scorso mese di agosto. “In casa, la accudivo io giorno e notte”, spiega la figlia, Fabiana Marrocu, trentotto anni. A distanza di quattro mesi la trentottenne sceglie di raccontare il calvario che ha vissuto la madre. È il primo Natale che trascorre senza chi l’ha messa al mondo: “Mamma faceva la casalinga e ha cresciuto me e gli altri miei quattro fratelli. Ventidue anni fa ha avuto i primi sintomi della sclerosi sistemica, e col tempo la sua situazione è peggiorata. È stata seguita al Policlinico di Monserrato e nel reparto di Medicina 1 del San Giovanni di Dio di Cagliari, da medici molto preparati e dotati di un’immensa umanità”, afferma la Marrocu. “Anche i loro colleghi dell’Asl di Senorbì e i volontari della Lega italiana sclerosi sistemica, non le hanno mai fatto mancare nessun tipo di aiuto”.
La Marrocu, però, coglie l’occasione anche per levarsi qualche sassolino dalla scarpa: “La sclerosi sistemica è una malattia ancora poco conosciuta, ventidue anni fa nessun medico ha saputo fornire, a me e mia madre, tutte le spiegazioni del caso. Purtroppo, di questa patologia se ne parla ancora poco. Gli ultimi mesi della sua vita, mamma li ha trascorsi alimentandosi con una sonda e con le mani piene di ulcere e piaghe. Adesso riposa in pace, ma tutte le volte che l’ho accompagnata negli ospedali ho visto tante donne che combattono contro questa ‘bestia’. Spero che, all’alba del 2020, si possa fare ancora più prevenzione per non restare con la mani in mano quando arrivano i primi dolori”.










