La domanda non l’ha potuta fare: il sito dell’Inps, dove si può richiedere il bonus di seicento euro, Emma C., 25enne di Oristano, non l’ha mai aperto: “Sono una lavoratrice stagionale, niente contratto o partita Iva”. Ex studentessa, “parlo fluentemente inglese e francese”, negli ultimi cinque anni ha lavorato, sempre per periodi di sei mesi, “come commessa e come receptionist”. L’ultimo giorno di lavoro risale a ottobre del 2019. Poi, la disoccupazione, “solo due mesi, prima di ripartire ad aprile”. Ma, poi, è scoppiata la bomba del Coronavirus. E anche lei, come altre migliaia di persone, si è trovata invischiata nelle sabbie mobili di un’azienda che, a causa della crisi, non potrà riassumerla: “Mi chiedo perchè il Governo abbia dato un bonus di seicento euro a chi ha lavorato sino a due mesi fa, non preoccupandosi di chi, invece, non aveva un’occupazione dallo scorso autunno”. La giovane vive ancora in famiglia e, fortunatamente, non ha “spese fisse. Ho anche chiesto e ottenuto la sospensione della rata dell’auto”.
I problemi economici, però, aumentano giorno dopo giorno: “Non ho cercato nessun’altra occupazione proprio perchè contavo su una riassunzione, poi sfumata per colpa dell’emergenza Coronavirus. Sui siti di offerte di lavoro ci sono pochissimi annunci”, afferma la venticinquenne, “tremo all’idea di dover restare ferma sino all’anno prossimo e penso a tutti noi, lavoratori stagionali, costretti a fare i conti con la crisi e, in molti casi, con la fame. In Sardegna è difficile trovare un lavoro stabile, ti fanno solo piccoli contratti a tempo: quando l’emergenza sarà, almeno in parte, passata, partirò all’estero”.










