Renato Soru vuole riprendersi la Regione. E lo dice in modo chiaro e senza mezzi termini, casomai qualcuno non l’abbia ancora capito: “Ho un progetto chiaro che voglio presentare ai sardi, mi sento già candidato – con o senza primarie – e sono già in viaggio, il tempo dei tavoli è finito”. D’ordinanza la dichiarazione di fiducia “nella ragionevolezza del centrosinistra sardo”, più che altro un invito a non decidere fra i soliti noti e lasciare spazio alla partecipazione di chi vuole esserci.
A proposito di tavoli, proprio nel pomeriggio è riunito quello aperto a luglio dal centrosinistra, l’ennesimo confronto per cercare di tenere faticosamente insieme pezzi che rischiano di cadere. Ci sono defezioni, ci sono malumori, non ci sono progetti né candidati usciti da quel tavolo, che scricchiola pesantemente a dispetto delle iniziali intenzioni.
Un tavolo su cui inevitabilmente aleggia l’ombra di Soru e delle sue dichiarazioni. “E’ una risorsa per il centrosinistra, sono sicuro che sarà al nostro fianco per vincere le elezioni”, dice laconicamente il segretario dem Comandini.
Dunque oggi sarà il giorno giusto per il nome del candidato ufficiale del tavolo? Neanche per idea: oggi, questo il programma, si lavorerà alla definizione dei criteri per la scelta del candidato. I criteri, dunque, poi le possibili candidature, infine il nome.