E’ un progetto straordinario, unico al mondo e che davvero potrebbe segnare in positivo le sorti della Sardegna. Un progetto nato ben prima della giunta Solinas, circa sette anni fa il primo imput ufficiale, ignorato fino a poche settimane fa e ora diventato l’unica cosa di cui si parla in Sardegna. L’unica cosa su cui la giunta si esprime e si espone, forte di una sponda nazionale importante e di una ricaduta mediatica totalitaria.
E così, in breve, Einstein Telescope è diventato la perfetta arma di distrazione di massa dal nulla cosmico che avvolge la Sardegna. Dove nulla accade, nulla si decide, nulla si evolve. Una foglia di fico ideale dietro cui nascondere un immobilismo imbarazzante e pericoloso su tutti i fronti: non si parla più di sanità, di trasporti, di lavoro, di strategie, di rilancio, di strade, di scuole, di giovani, di ospedali, di famiglie. Non si parla più di niente, e forse è persino meglio visto che se ne parla e basta, se non di Sos Enattos e della miniera e della ministra e del presidente col caschetto. Non si parla, ma in realtà salvo rare eccezioni non se ne è mai parlato, delle inchieste per corruzione e riciclaggio che coinvolgono Solinas, e dunque interessano tutti i sardi, tutto nel dimenticatoio a favore di fotocamera e miniera, in un’eterna, infinita propaganda.
Il verdetto su Sos Enattos, se cioè verrà scelta invece del sito in Limburgo, arriverà a fine 2024, se tutto andrà come deve. E’ ovvio che diventerà un tema caldo della campagna elettorale che porterà i sardi al voto per le regionali il prossimo febbraio. Il rischio che lo straordinario progetto diventi oggetto della contesa politica fine a se stessa e agli interessi della politica è enorme. E purtroppo, forse è già così.











