La domanda, con una famiglia e tanti amici distrutti dal dolore (Maurizio Figus, il personal trainer falciato e ucciso in piena notte a 49 anni da una 27enne al volante di una Fiat, era molto conosciuto da Cagliari alla sua città natale, Carbonia), è la stessa ormai da troppo tempo: “Quanti altri morti dovremo piangere sulla Ss 130?”. Lì i lavori di ammodernamento e messa in sicurezza restano un miraggio e la sindaca di Elmas, Maria Laura Orrú, ha perso il conto di quante volte ha chiesto a Christian Solinas, presidente della Regione ma anche commissario straordinario dei lavori che non sono mai partiti: “Esprimo le mie più sentite condoglianze ai parenti del morto. Sinora ci sono state varie manifestazioni da parte dei comitati dei cittadini che, insieme a noi sindaci, hanno incontrato l’assessore regionale dei Lavori Pubblici”, spiega la prima cittadina di Elmas e consigliera regionale, Maria Laura Orrú. Ma di operai e ruspe, sinora, nemmeno l’ombra: “La Regione deve garantire che i lavori sulla Statale 130 partano il prima possibile, abbiamo anche detto che siamo disposti che inizino dal territorio di Decimomannu per consentire una modifica progetto e garantire la piena accessibilità ad Elmas. Vanno messi in sicurezza gli attraversamenti per consentire alle persone di attraversare la strada in serenità e senza rischiare ogni volta di fare brutta fine”.
Sull’ennesima croce sulla Ss 130 interviene anche Michele Vacca dell’Utp Sardegna: “Quella strada purtroppo non ha i requisiti di strada extraurbana principale di tipo B ma in attesa dei lavori di adeguamento sarebbe opportuno istituire il divieto di circolazione a piedi, in bici, con mezzi a trazione animale nel tratto Iglesias-Elmas, e nella carreggiata opposta da Decimo a Iglesias, come è già stato fatto dall’anas in alcuni tratti della Statale 131, della 291 var e della 125 Var. Non è purtroppo possibile istituire tale divieto da Elmas a Cagliari e viceversa perché non esistono altre strade alternative, e nemmeno nella carreggiata in direzione Iglesias da Elmas a Decimo perché ci sono stradine, case ed aziende che hanno come unico accesso la Ss 130”, osserva Vacca. “Questo tutelerebbe i turisti che non conoscono la strada e non sanno che tra Elmas e Decimo esiste un’altra strada alternativa e tutelerebbe anche i conducenti dei auto e moto”.










