Il giudizio è positivo per la nuova piazza Matteotti aperta appena ieri, una riqualificazione che trova tutti d’accordo, a parte qualche nostalgico dei tempi passati. Convince questo restyling con l’elegante sistemazione degli spazi, un progetto razionale che non stravolge ma migliora, e l’esito sembra diverso rispetto a via Roma, eppure la firma è la stessa, ma qui l’Archistar meneghino dà un saggio della sua fama: Doctor Jeckyll in piazza Matteotti, Mister Hyde in via Roma, per dirla alla Stevenson, al netto di polemiche e variazioni in corso d’opera.
Qui gioca l’alternanza tra le panchine ondulate che circondano i Ficus e le taglienti bordature color ruggine delle aiuole, il risultato è gradevole, a tratti perfino lussuoso; suggella il restyling l’avveduto recupero della biglietteria, chiara intenzione di non spezzare la continuità col passato; manca qualche panchina con lo schienale, questo sì, la solita questione che richiama il problema dei bivacchi, ma i grandi ingressi ai lati della piazza invitano comunque allo spiazzo centrale, lì campeggia il busto di Giuseppe Verdi, opera dell’artista Pippo Boero, appena restaurata. La fontana di fronte a palazzo Bacaredda, coi getti dal suolo, facilita la manutenzione ed offre spazio quando è spenta, ma di fronte alla stazione ferroviaria è più suggestiva perché dà il benvenuto a chi arriva. Tra le critiche, poche, c’è chi sottolinea la fioca illuminazione ed i possibili atti di vandalismo, problematiche che richiamano la necessità di controlli, specie durante le ore serali; qualcun altro ironizza sui getti d’acqua da utilizzare in modo “improprio” da sbandati e clochard (speriamo di non assistere a siparietti sgradevoli), ma intanto ci riprendiamo un pezzo di città per molto tempo chiuso, e ciò per ora è una cosa buona.