Dignità contro bestialità, una vergogna nazionale a reti e social unificati

La notte della festa trasformata a Cagliari in vergogna nazionale ha mandato in onda a reti e social unificati la dignità contro la bestialità.


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La notte della festa trasformata a Cagliari in vergogna nazionale ha mandato in onda a reti e social unificati la dignità contro la bestialità. L’essere umano contro l’essere purché sia. Perché Alessandro, 51 anni, ha dimostrato una grande dignità in ogni fase di questa storia, che è roba da fra rimpiangere a lacrime amare il lockdown. Fa il rider, alla sua non più tenera età, perché preferisce lavorare che farsi mantenere dallo Stato con il reddito di cittadinanza firmato 5 stelle che ha quotidianamente e progressivamente alimentato sacche di parassitismo e spinto giovani e meno giovani al divano. Ogni giorno inizia a lavorare alle 18 e finisce alle 5 del mattino successivo. A bordo del suo motorino schizza fra vicoli e stradine per recapitare pizze e birre. Stava facendo la stessa cosa la notte della vittoria dell’Italia, mentre orde di barbari si sono riversate in piazza Yenne a sfogare non si sa quale becero istinto. L’hanno preso a calci, fatto cadere, picchiato con la bandiere e colpito sul casco.

Così, senza motivo.

Senza una ragione, ammesso che ce ne possa essere una.

Scene che a vederle danno la nausea. Una nausea profonda.

E che dopo la pandemia, quando tutti dovevamo diventare più buoni, hanno contorni ancora più inquietanti. Lui si è rialzato, e con gigantesca dignità ha ringraziato i ragazzi che lo hanno aiutato e ha detto di essere disponibile a perdonare quelli che lo hanno colpito se gli chiederanno scusa.

Su tutto, la totale assenza di controlli. Dove erano le forze dell’ordine? Perché la prefettura o il Viminale o chi accidenti doveva pensarci non ha preparato un piano? Forse era difficile prevedere quello che sarebbe successo, ovvero migliaia di persone che non vedevano l’ora di tornare a fare quello che aspettavano da anni? Anche questo resta un mistero.

Ora si correrà ai ripari, certo. Ma nessun controllo, nessun presidio, nessun appello di calciatori e vip potrà cancellare quell’orribile vergogna che ha varcato il Tirreno.


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