Diabete tipo 1, dati preoccupanti in Sardegna: oltre 110mila malati, la più alta incidenza in Italia

La Sardegna si pone ai vertici della classifica mondiale, seconda solo alla Finlandia. Una triste peculiarità regionale che si aggiunte a un contesto con numerose problematiche che accompagnano l’organizzazione territoriale dei servizi. Numeri e criticità di quella che si può definire analizzando i numeri: un’emergenza


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Secondo i più recenti dati disponibili si stima che nell’Isola oltre 110mila persone siano affette da diabete. Su una popolazione di un milione 648 mila persone. Dati allarmanti se si aggiunge che la Sardegna detiene un altro triste primato: la più alta incidenza di diabete tipo 1 a livello nazionale, che con circa 10.197 diabetici adulti e oltre 1500 tra bambini, giovani e adolescenti.

La Sardegna, insomma, si pone ai vertici della classifica mondiale, seconda solo alla Finlandia. I dati del periodo 2009-2014 indicano un’incidenza cumulativa regionale di nuove diagnosi di diabete tipo 1 l’anno, pari a 59 casi per residenti nella fascia i età 0 – 14 anni affetti da DMT1. Si tratta di circa 120 nuovi casi all’anno, con una età media all’esordio pari a 7,5 anni.

Una triste peculiarità regionale che si aggiunte a un contesto con numerose problematiche che accompagnano l’organizzazione territoriale dei servizi, la cosiddetta “Rete Diabetologica Sarda”, l’accesso alle cure e alle nuove tecnologie alle quali si aggiunge la disomogeneità delle prestazioni nelle diverse aree sanitarie regionali.

“Criticità si esprimono con carenze soprattutto nell’organico del personale medico ed infermieristico – spiega Roberto Trentin, Presidente della Rete Sarda Diabete -, nell’area della prevenzione delle complicanze, nell’utilizzo dei PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali), nel numero limitato degli ambulatori di “transizione”, nella organizzazione dei centri diabetologici che dovrebbero essere strutturati secondo il modello del Team Multidisciplinare e completati con alcune figure professionali, presenti nei centri di diabetologia solo eccezionalmente, come il dietista, lo psicologo e il podologo”.

“Infatti – prosegue – una fra le più importanti complicanze del diabete è quella nota come “piede diabetico”,  tra le principali cause di ricovero ospedaliero con conseguente incremento degli oneri di spesa. Allo stato attuale in Sardegna, secondo dati ricavati dagli annali AMD 2018  è sottoposto a controllo del piede solo 1,8% dei pazienti contro la media nazionale del 22%.

Continuando nella rassegna delle criticità, per il rappresentante della Rete Sarda Diabete, tra gli elementi di debolezza della rete diabetologica sarda c’è “la mancata sinergia tra specialisti in Diabetologia e Medici di Medicina Generale, necessaria per concretizzare la “gestione integrata della malattia diabetica” e migliorare la cura delle persone”.

E ancora non esiste attualmente un registro Sardo delle persone con diabete. Criticità e spunti di riflessione sulle prospettive di miglioramento della governance sanitaria sulle problematiche urgenti della diabetologia sarda sono state elencate dalla Rete Sarda Diabete al  Presidente della VI commissione Salute e politiche Sociali,  Domenico Gallus, dalla Rete Sarda Diabete. SI tratta di una federazione nata dalla volontà di sette associazioni impegnate nella tutela dei diritti dei pazienti diabetici nelle diverse aree territoriali della Sardegna. Un’ organizzazione che rappresenta un unicum nel panorama delle associazioni sarde per la tutela dei diritti delle persone con diabete.

“La rassegna delle questioni portate all’attenzione nasce dall’esigenza di inaugurare un nuovo approccio di dialogo con le Istituzioni che non si basi sulla semplice “pretesa” di soluzioni ma si fondi su un’assunzione di responsabilità collettiva e diffusa” conclude Trentin.


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