Delirio centrodestra a 11 giorni dalla scadenza della presentazione dei simboli elettorali: tutti contro tutti al tavolo della coalizione dove ognuno porta il suo candidato perorando la propria causa. Altro che unità, il centrodestra è spaccato come e forse più del centrosinistra, e l’accordo sembra davvero di là da venire nonostante i tempi stringano.
Gli schemi sono noti (e noiosi): da una parte Lega e Psd’Az che vogliono il bis di Solinas nel nome di una continuità di cui nessuno trova un senso se non appunto i due partiti che la sostengono: i 5 anni di governo hanno portato Solinas ai minimi storici del consenso e dei risultati, con trasporti e sanità in cima alla lista dei disastri certificati. Dall’altra, Fratelli d’Italia e i centristi prediligono il fedelissimo della Meloni Truzzu, sindaco di Cagliari, anche lui ai minimi storici nel consenso dei cittadini. Forza Italia, che non vuole Solinas ma non ha il coraggio di dirlo perché Tajani ha detto che vanno ricandidati gli uscenti, non si esprime sul candidato ma preferisce silurare la discesa in campo come candidata presidente di Alessandra Zedda, annunciata proprio ieri.
A complicare la situazione, lo sbriciolamento del Grande Centro: dopo Azione, anche Alleanza Sardegna saluta e se ne va.
Si vota il 25 febbraio: in tutta questa bulimica battaglia di candidature e poltrone, di programmi per i sardi nemmeno l’ombra.












