Di infrangere le regole, Roberto Cinus, 62 anni, storico ristoratore cagliaritano del Corso Vittorio, non vuole nemmeno sentirne parlare. Tanti suoi colleghi si preparano, nel resto d’Italia, a restare aperti per cena il 15 gennaio, in segno di protesta contro il nuovo Dpcm del Governo Conte? “Auguri, aderirei volentieri ma non voglio prendermi una multa o una denuncia. Sono arrabbiato, ma non sono un fuorilegge. Proprio oggi ho ricevuto la mancetta dello Stato 4mila euro, per le perdite che ho avuto durante le feste natalizie. Avrebbero fatto meglio a non darmi niente, l’anno scorso avevo fatturato oltre diecimila euro”, sostiene Cinus. Che boccia la proposta di sfidare le regole e di far accomodare, ai tavoli del suo locale, eventuali clienti dopo le diciotto: “Servono azioni più intelligenti per farci sentire meglio da chi ci governa, non renderci protagonisti di gesti che potrebbero farci rischiare anche, addirittura, la licenza”. Insomma, rabbia e frustrazione sì, ma pieno rispetto delle “amare” regole.
“Ho anche perso il periodo dell’anno migliore per lavorare, quello delle feste natalizie. Aver ricevuto quattromila euro è una presa in giro, dopo quarantacinque anni di lavoro”. E lancia una proposta a tutti i suoi colleghi: “Vogliamo davvero fare una protesta giusta e in piena sicurezza? Restiamo tutti chiusi, un giorno, a pranzo: tutti quanti, però, bar e ristoranti”.