Un giorno a Cagliari? Se ci si accontenta di due panini, uno a pranzo e uno a cena, lasciando l’auto parcheggiata sulle strisce blu presenti quasi ovunque in città, e si visita un solo museo, costa “non meno di quaranta euro. Una cifra che non è bassa”, spiega Giuliano Frau, presidente regionale dell’Adoc. Si parte dalla colazione, e se poi uno vuole svagarsi o rilassarsi il portafoglio si alleggerisce ancora di più: un’ora di tennis costa non meno di cinque euro, cifra simile a quella del padel, se poi si sceglie di fare un giro panoramico per la città è difficile rimanere sotto i dieci euro. “C’è una stangata continua nella Cagliari di Truzzu, a parte pochissimi commercianti che non hanno aumentato i prezzi, ormai sotto certe cifre non trovi nulla. Se una coppia vuole fare colazione e solo uno dei due si prende una pasta, la spesa media è di 3,70 euro, ipotizzando di sorseggiare un caffè e un cappuccino. Se uno si accontenta di un panino non lo trova a meno di cinque euro, i biglietti dei musei e dei monumenti arrivano anche a sette euro. I quaranta euro si raggiungono facilmente anche con la sosta a pagamento, ed è per esempio qui che il Comune ha il potere di intervenire”, ricorda Frau. “Cagliari è una città più cara, non più alla portata di tutti, e i prezzi dei servizi dati dall’amministrazione comunale ci starebbero bene se avessimo, in cambio, una città non lurida all’inverosimile. Basta farsi un giro, è vero che è colpa anche dei maleducati ma non sono gli unici responsabili”.
Il numero uno dell’Adoc parla chiaramente di “standardizzazione dei prezzi. Una bottiglietta d’acqua da mezzo litro, in un bar, non la trovi a meno di un euro o anche di un euro e cinquanta. Non parliamo poi di una pizza o di una cena in ristorante, in quel caso sia un abitante sia un turista arriva a spendere ben più di cinquanta euro, e sempre per un solo giorno trascorso in città. Ogni sindaco ha l’obbligo di salvaguardare tutti, controllando che i commercianti non abbiano creato i tipici ‘cartelli’ dei prezzi”, cioè che non si siano messi d’accordo tra loro per ritoccare i costi dei prodotti che propongono. “Anni fa c’era la polizia annonaria, oggi non c’è più ed è una grossa perdita. Cagliari, per i servizi che offre, è cara”, rimarca il numero uno dell’Adoc. “Il sindaco faccia incontri con le associazioni di commercianti per sensibilizzarli, e anche con quelle dei consumatori. Mancano i tavoli di concertazione, momenti dove discutere e trovare un giusto compromesso tra le necessità di chi vende e di chi acquista a Cagliari, sia che ci viva sia che si trovi di passaggio per una vacanza”.












