Da Villasor a Monserrato, 58enne col cancro lasciato senza Tac: “Non può fare la terapia salvavita”

LA DENUNCIA – Lotta contro un tumore Antonio Sonedda, 58 anni, e da dieci giorni anche, nel blocco Q del Policlinico, contro le infinite follie della sanità. La figlia Federica, Oss e consigliera comunale: “Mio papà tra le tante vittime di malasanità”


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Malato di cancro, quindi già in lotta contro una delle peggiori “bestie” e costretto a vivere, letteralmente, da dieci giorni in un letto del blocco Q del Policlinico di Monserrato. Antonio Sonedda, 58 anni, non ha nemmeno la forza di parlare, o quasi, tanto si sente impotente e maltrattato dalla sanità sarda. A farsi portavoce del suo dolore è la figlia Federica, ventinove anni, Oss e consigliera comunale a Villasor, paese nel quale vive con i genitori e dal quale, sabato dieci giugno, è partito il papà, alla volta del polo monserratino ai bordi della Ss 554. L’ennesima storia di responsabilità rimpallate da un reparto all’altro, di dietrofront dell’ultimo minuto e, soprattutto, di cure lasciate in stand-by con tutti ma propri tutti i rischi del caso. Ecco, di seguito, l’email spedita dalla Sonedda alla nostra redazione.

 

 

“Vorrei denunciare un gravissimo episodio di malasanità avvenuto nei confronti di mio padre, paziente oncologico ricoverato al Policlinico universitario di Monserrato. Mi chiamo Federica Sonedda, mio padre Antonio è ricoverato al 4 piano del blocco Q del policlinico universitario di Monserrato nel reparto di Oncologia. Si trova qui da sabato 10 giugno, arrivato in mattinata per essere poi ricoverato alle 3 del mattino. Necessitava da subito di una Tac che gli è stata negata ormai a notte fonda. Ad oggi 19 giugno mio padre ancora non ha effettuato una Tac senza la quale non può iniziare la radioterapia che per lui significa terapia salva vita. Dal reparto in cui si trova ricoverato mio padre risultano esserci due richieste per questo tipo di esame una il 12 e non è stata programmata dal reparto di radiologia quest’ultima è stata rimandata al 15 giugno ovviamente annullata e prevista nuovamente per la sera di oggi 19 giugno. Morale della favola, oggi alle ore 18, dopo che il paziente, e tengo a precisare che mio padre è insulinodipendente affetto da diabete mellito, è rimasto a digiuno tutto il giorno si è sentito dire che l’esame era stato rimandato poiché il macchinario è rotto e rimane solo il macchinario per la Tac del pronto soccorso riservato esclusivamente alle emergenze. Il reparto di Radiologia afferma di non avere ricevuto nessun tipo di richiesta e prenotazione di questo esame da parte del reparto, ovviamente noi abbiamo visto personalmente le richieste inviate dal reparto. A che gioco si sta giocando? Qualunque esso sia è un gioco che va a discapito della vita delle persone che già stanno male. Questa è solo una delle tante mancanze che ci siamo ritrovati a subire in questo periodo così difficile. Mio padre è solo uno dei tanti pazienti oncologici che si ritrovano vittime di questa malasanità che gioca evidentemente senza nessuno scrupolo con la vita altrui”.