La Saras venduta dai Moratti fa tremare i sindacati. Nonostante le polemiche che negli anni si sono succedute sulla presenza della raffineria, spesso indicata come bomba ambientale, i sindacati hanno molta più paura che con la nuova proprietà possa diventare una bomba sociale. Temono, insomma, un bagno di sangue occupazionale in una terra già martoriata.
“Restiamo in attesa delle comunicazioni ufficiali che l’azienda riterrà di fare alle rappresentanze sindacali aziendali e alle organizzazioni di categoria territoriali, oltre che alle decisioni del governo nazionale e dell’Unione europea”: così il segretario Cgil Sardegna Fausto Durante in riferimento alle notizie sulla vendita di Saras.Se l’operazione di trasferimento delle azioni fosse autorizzata, la Cgil auspica che i nuovi azionisti di maggioranza vorranno confermare il legame tra l’azienda e la Sardegna, rendendo il sito della Saras protagonista delle nuove tecnologie nel campo della raffinazione dei prodotti petroliferi e delle nuove attività industriali legate alla transizione energetica e digitale, con lo sguardo alla sostenibilità ambientale e sociale.
“Su tutto ciò – conclude il segretario – chiederemo le necessarie garanzie, auspicando con la nuova proprietà l’instaurazione di un modello di relazioni industriali in grado di valorizzare i saperi e le competenze del lavoro, fattore fondamentale del successo di ogni attività industriale”.











