Da Gavoi alla deserto bianco e gelido dell’Antartide: nuova missione per Marco Buttu, 45 anni, il ricercatore astrofisico che, per la terza volta, attraverserà mezzo mondo per recarsi in una tra le aree più impervie di tutto il pianeta terra. È partito verso il suo “Marte bianco” tre giorni fa e per un anno affronterà la sfida estrema con altre 12 persone a una temperatura che scende anche oltre i – 80 gradi. Non vi è vita in quei luoghi sperduti e dimenticati anche dai virus e dai batteri e i ricercatori saranno oggetto di studio come il corpo umano si adatti ad un ambiente simil-extraterrestre.
“Sono felice e onorato di rappresentare ancora una volta l’Europa e l’Italia nel luogo più estremo del pianeta, l’Altopiano Antartico, come membro della spedizione “DC20″. L’Altopiano è uno sterminato deserto di ghiaccio affascinante quanto inospitale: la temperatura – aveva comunicato poco tempo fa Buttu – scende sotto i -80°C, c’è carenza di ossigeno, l’aria è secca, non prolifera alcuna forma di vita, il sole non sorge per tre mesi di fila. La spedizione durerà un anno, che trascorrerò assieme ad altre 12 persone. Vivremo nella stazione di ricerca scientifica Concordia, situata sopra uno strato di ghiaccio spesso 3km. La base Concordia è l’avamposto umano più remoto al mondo, saremo più isolati degli astronauti a bordo della International Space Station. Durante i nove mesi invernali, da febbraio a novembre, saremo irraggiungibili e dovremo far fronte in modo autonomo a ogni tipo di emergenza. Le condizioni di vita e ambientali saranno analoghe a quelle di una missione interplanetaria di lunga durata, l’ESA – European Space Agency ci studierà per capire come il corpo umano si adatti ad un ambiente simil-extraterrestre”.