Covid, anche San Teodoro finisce in zona rossa: lockdown sino al 10 marzo

È la seconda città sarda a finire in lockdown dopo Bono. Tutto blindato sino al 10 marzo, la sindaca: “Abbiamo provato in tutti i modi ad evitarlo”


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Dopo Bono anche San Teodoro finisce in zona rossa. A dirlo, su Facebook, è la sindaca Rita Deretta: “Cari concittadini, con grande dispiacere devo comunicarvi che, a seguito della nota pervenuta nel tardo pomeriggio da parte dell’Ats Sardegna – Dipartimento di Prevenzione – Servizio di Igiene e Sanità Pubblica di Olbia, con la quale si richiede per motivi di sanità pubblica l’Istituzione della Zona Rossa nel nostro Comune, sto predisponendo un’ordinanza contingibile ed urgente a salvaguardia dell’incolumità pubblica.

“Di fatto”, prosegue la sindaca, “a partire dalle 14 del 25 febbraio e sino alle 23:59 del dieci marzo in tutto il territorio comunale dovranno essere osservate tutte le prescrizioni relative alla zona rossa come da Dpcm 18 gennaio 2021. Voglio che sappiate che abbiamo provato in tutti i modi ad evitare che ciò accadesse, ci siamo spesi in ogni modo contattando personalmente i positivi al fine di tracciare la rete dei contagi ed agevolare la stessa Ats nelle operazioni di monitoraggio e tracciamento per il confinamento del progressivo incremento dei contagi”.

 

 

“Purtroppo, sebbene l’impegno sia stato tanto, l’Ats ha comunicato un ulteriore incremento dei positivi tale da richiedere misure più stringenti. Per questo motivo al fine di salvaguardare tutti e per grande senso di responsabilità, consapevole del sacrificio che vi sto chiedendo, sto emanando l’ordinanza di chiusura.
Ovviamente, questo stesso senso di responsabilità mi auspico che arrivi da parte di tutti, cittadini ed istituzioni, al fine di scongiurare l’ulteriore aggravamento del numero dei contagiati, affinché gli enormi sforzi e sacrifici ai quali sto sottoponendo i miei cittadini non si rivelino vani”. Già mandato un sos alla Regione: “Ho già contattato personalmente l’assessore Nieddu, il commissario straordinario dell’Ats Temussi e il commissario dell’Assl di Olbia Logias, ai quali ho chiesto l’immediata attivazione dello screening di massa come già avvenuto per Bono e mi hanno rassicurata, confermandomi la loro disponibilità”.


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