La chiusura alle 18 di bar, pub e ristoranti preoccupa tra le imprese, alimentari e non, che lavorano direttamente e nell’indotto della ristorazione in Sardegna.
Panifici, caseifici, salumifici, birrifici e produttori di bevande, panifici e pastifici, aziende conserviere e della trasformazione dei
prodotti orticoli ma anche aziende del trasporto merci, lavanderie e delle pulizie. Un mondo di circa 5mila imprese artigiane e che offre lavoro oltre 13mila dipendenti, in tutta l’Isola.
“Un “effetto collaterale” che penalizzerà pesantemente tutte quelle imprese che, nel mondo HORECA avevano un gran fetta del loro mercato – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – la chiusura serale delle attività rischia di dimezzare il fatturato di tante realtà che, direttamente e non, lavorano con i pubblici esercizi. E per queste aziende, purtroppo, non basterà puntare solo sulla vendita per asporto o sulla consegna a domicilio a clienti privati”. “Ricordiamo che tante di queste attività – continuano Matzutzi e Serra – non potranno neanche partecipare alle fiere di settore che proprio in questo periodo erano già programmate o in via di svolgimento. Proprio in queste manifestazioni tante piccole attività trovavano ristoro per i loro magri bilanci”.
“Quelli dell’alimentare – sottolineano Presidente e Segretario – sono
imprenditori coraggiosi che hanno investito tempo e denari, in questi
mesi, per assicurare a sé stessi, ai propri collaboratori ed alla
clientela, ambienti sicuri e sanificati”. “La salute e il rispetto
delle norme, vengono prima di ogni altra cosa – rimarcano – su questo
fronte la nostra Associazione la consueta e piena collaborazione delle
imprese artigiane con le autorità di controllo, nel reciproco rispetto
delle funzioni e per consentire ai cittadini di poter usufruire dei
nostri servizi nel rispetto delle regole stabilite del Governo”.
Confartigianato Sardegna sottolinea come ogni misura presa abbia un
conto da pagare e che il prezzo oggi rischia di essere altissimo per
il mondo dell’alimentare, dei trasporti e del benessere, al quale va
tutta la nostra solidarietà di tutte le imprese artigiane.
“C’è il rischio di veder cancellate migliaia di imprese –proseguono –
incapaci di reggere al nuovo urto, lasciando senza lavoro migliaia di
cittadini, fatto che non possiamo permetterci. Non dimentichiamo che
migliaia di nostri dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa
integrazione di luglio, agosto e settembre e nonostante questo a
ottobre saranno ugualmente raggiunti dal fisco per tasse e
contributi”.
Per Confartigianato Sardegna la ristorazione e la somministrazione
degli alimenti si sono dimostrati essere forse i settori dove esistono
più procedure e controlli a garanzia della salute dei lavoratori e dei
clienti.
“Ci auguriamo che le misure di ristoro annunciate dal Governo –
concludono Presidente e Segretario – siano effettivamente commisurate
all’impatto provocato dalle nuove restrizioni sull’attività dei nostri
imprenditori e che soprattutto siano erogate in tempi rapidi per
evitare il rischio di chiusura delle imprese”.












