Contagi in aumento in Sardegna, altro che zona bianca: nuovi casi su del 40,4%

Numeri in costante peggioramento, l’Isola distante dai dati delle scorse settimane che le hanno regalato la zona bianca: sono 817 i positivi negli ultimi sette giorni ogni centomila abitanti. Piccola consolazione: i posti letto degli ospedali Covid, anche quelli delle terapie intensive, abbondantemente sotto la soglia di rischio. Isola ultima con la Calabria per le vaccinazioni.


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 I dati della Fondazione Gimbe non lasciano molti margini di speranza per la Sardegna, che registra numeri da zona gialla per quanto sia stata “annullata”, almeno sino al prossimo sei aprile, dal Governo. Dal 17 al 23 marzo, infatti, crescono i casi dei positivi: 817 per 100mila abitanti, un aumento del 40,4 per cento dei nuovi casi rispetto a due settimane fa. Insomma, c’è poco da stare allegri: se il Governo, inoltre, prorogherà la cancellazione della zona gialla, l’Isola dovrà fare i conti con altri giorni in zona arancione, con tutte le limitazioni ormai note: bar e ristoranti in semi lockdown, divieto di spostamento tra Comuni diversi e il coprifuoco dalle 22. I dati positivi? L’occupazione di posti letto nei Covid hospital: 11% per i ricoveri standard, 12 per cento per le terapie intensive. Cioè abbondantemente sotto la soglia di rischio che fa scattare restrizioni maggiori. Non va bene, poi, sul versante dei vaccini: solo il 3,4% dei sardi hanno completato il ciclo vaccinale. 
“Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perché la terza ondata è partita da un “altopiano” molto elevato di posti letto occupati”. Infatti, a livello nazionale entrambe le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (40%) e in terapia intensiva (30%) sono superate: rispettivamente 43% e 39%. Superata la soglia d’allarme in 10 e 12 Regioni rispettivamente per l’area medica e per le terapie intensive, che in 5 Regioni hanno una saturazione ≥40% (Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Toscana) e in 5 ≥50% (Marche, Lombardia, P.A. Trento, Piemonte, Emilia-Romagna). “Su questo fronte – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – è incoraggiante la frenata dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: la curva della media mobile a 7 giorni dopo 4 settimane di incremento si è appiattita”.


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