Come vivono i migranti sardi? Qual è il loro benessere fisico e psico-sociale e quali sono le eventuali differenze tra i sardi che vivono in differenti Paesi del Mondo (Argentina, Francia, Brasile) e i sardi che vivono nell’isola? Un team di cinque giovani ricercatori stanno svolgendo un progetto che nasce da una collaborazione tra l’Università di Cagliari e l’Università Federale di Rio de Janeiro, con a Capo Prof. Mauro Carta e Prof. Egidio Nardi e finanziata dal programma di mobilità studentesca extraeuropea Globus Placement che ha l’obiettivo di comprendere la situazione del migrante sardo.
“A tale scopo – spiegano i ricercatori Alessio Cocco, Michela Atzeni, Stefano Lorrai, Alessandra Lussu e Silvia D’Oca – utilizziamo brevi questionari e raccogliamo alcuni dati anagrafici (età, titolo di studio, stato civile, paese sardo d’origine etc.). Possono partecipare a questa ricerca non solo i Sardi che hanno deciso di emigrare, ma anche i loro figli e nipoti nati in Brasile”.
Uno studio che va avanti da diverso tempo e che ha riportato alla luce episodi non ancora conosciuti e, soprattutto, sentimenti molto forti che legano i migranti sardi e i loro discendenti all’isola. “Ci interessa tantissimo l’aspetto umano legato allo scambio culturale. Ci siamo infatti resi conto grazie ad un’esperienza precedente svolta in Argentina da alcuni di noi attraverso lo stesso progetto, quanto si riescano a creare delle forti connessioni umane e a ristabilire dei contatti con la terra e la cultura sarda”. Molti di loro, infatti, una volta partiti in cerca di una vita migliore, non hanno più avuto modo di far rientro in Sardegna.
“In Argentina abbiamo conosciuto i parenti di alcuni desaparecidos sardi e alcune persone che non erano più tornate in Sardegna. Persone grandi, intorno ai 60, 70 anni che dopo il nostro incontro hanno deciso di far rientro nell’isola”. Un motivo, insomma, per riscoprire o addirittura scoprire le proprie origini, conosciute sino a quel momento solo grazie ai ricordi un po’ sbiaditi o ai racconti dei parenti. I ricercatori sardi, che si apprestano a trascorrere il Natale a Rio de Janeiro e che vivranno in Brasile per i prossimi tre mesi, lanciano anche un appello: “vogliamo entrare in contatto con più persone di origine sarda che sono emigrate in Brasile. Se qualcuno ha delle conoscenze a riguardo, contribuirebbe a ristabilire quel legame unico che esiste tra i sardi e la propria terra e a rafforzare quel senso di comunità che ci distingue in tutto il mondo”. Per qualsiasi informazione il team di ricerca può essere contattato attraverso l’indirizzo e-mail [email protected]












