“Collasso delle motorizzazioni: insostenibile condizione degli uffici periferici della Sardegna”

L’Autotrasporto sardo è in agitazione. Al centro delle proteste ci sono i disservizi e i sovraccosti generati dagli uffici della Motorizzazione Civile, acuite dalla nuova emergenza sulla sospensione delle revisioni ai mezzi pesanti per carenza di organico annunciata nei giorni scorsi dagli uffici di Cagliari e Oristano


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L’Autotrasporto sardo è in agitazione. Al centro delle proteste ci sono i disservizi e i sovraccosti generati dagli uffici della Motorizzazione Civileacuite dalla nuova emergenza sulla sospensione delle revisioni ai mezzi pesanti per carenza di organico annunciata nei giorni scorsi dagli uffici di Cagliari e Oristano.

È quanto denuncia l’Unione del Trasporto CNA FITA a seguito delle numerose segnalazioni che manifestano con impeto ed esasperazione, la volontà dei trasportatori di fermare i servizi in mancanza di una soluzione risolutiva che ponga termine al progressivo tracollo dell’operatività degli UMC in Sardegna.L’associazione ha per questo notificato formalmente al Ministro e alla Direzione Generale e Regionale dei Trasporti, all’Assessore regionale ai Trasporti, alle Prefetture di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari la condizione di collasso degli uffici periferici e lo stato di forte preoccupazione degli operatori economici (autotrasportatori ma anche agenzie pratiche auto).

 

Da anni riceviamo le rimostranze di chi paga per un servizio inefficiente, nel nome di una Spending Review amministrativa che ha colpito duramente gli utenti finali, imprese e cittadini, in un’isola già messa a dura prova da deficit congiunturali e infrastrutturali – crisi economica, continuità territoriale e rete viaria su tutti – pesanti come un macigno sulle circa 2400 aziende sarde dell’Autotrasporto che con difficoltà resistono”, denunciano Francesco Pinna e Valentina Codonesu, Presidente e Responsabile regionale CNA FITA

 

Con la Legge di stabilità 2014 – ricorda una nota della Cna Fita -è stato predisposto il passaggio delle competenze di gestione dell’Albo Conto Terzi – allora in seno alle Province – agli uffici periferici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ma di fatto senza adeguato trasferimento di risorse umane dall’amministrazione provinciale a quella centrale, caricando gli UMC di ulteriori attività.

 

Tale passaggio ha aggravato una molteplicità di problemi operativi delle Motorizzazioni, già in difficoltà nella gestione delle proprie funzioni a causa delprogressivo e sempre più grave sottodimensionamento degli organici, derivante dal blocco dei concorsi pubblici e dal mancato avvicendamento dei dipendenti in pensione. Un esempio su tutti: dal 2008 l’organico della UMC di Sassari, che contava 40 unità in forze, si è progressivamente ridotto fino ai 15 dipendenti attuali, senza alcun turn over, e con ultimo concorso pubblico risalente al 1995, quasi 25 anni fa. Ma la condizione degli altri UMC provinciali non si discosta da quella del capoluogo del nord Sardegna: a Cagliari, alla fine del 2019, dalle 36 persone attuali si passerà a sole 27 unità; a Oristano, resteranno solo 13 unità nel 2020 con il pensionamento contemporaneo degli unici 2 tecnici che svolgono i servizi delle revisioni e degli esami patente; Nuoro resterà con le sole 10 unità attuali.

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In Sardegna e dalla Sardegna segnaliamo periodicamente i ritardi clamorosi che negli ultimi 5 anni si sono accumulati nelle immatricolazioni, nei collaudi, negli esami patenti, nelle revisioni dei mezzi pesanti, che pregiudicano in termini economici, di sicurezza e di operatività le imprese di Autotrasporto – spiega la responsabile regionale Valentina Codonesu – Gravami che pesano però anche sulle agenzie pratiche auto, sulle autoscuole, cui si sommano le ulteriori complicazioni odierne: orari di ufficio al pubblico insufficienti, operatività ridotta dei vari Sportelli –  dall’Albo Conto Terzi, a quello dei Conducenti, dei Veicoli e delle Prenotazioni di esami, revisioni e collaudi – fino addirittura alla sospensione di un servizio nevralgico come quello delle revisioni ai mezzi pesanti. Una condizione diventata insostenibile, da cui deriveranno ulteriori attese e blocchi di operatività, che per l’impresa significano sovraccosti economici, perfino perdita di commesse per le aziende più piccole. Un bilancio disastroso di inefficienza pubblica scaricata sul tessuto imprenditoriale, che specie un comparto già tanto provato come quello dell’Autotrasporto – negli ultimi 7 anni è evaporato circa il 20% delle aziende sarde esistenti – non può più permettersi.”

A garanzia della sicurezza su strada, la legge (art. 80 CdStrada) prevede che la revisione di veicoli superiori a 3,5 t. e autobus debba essere disposta annualmente dalla Motorizzazione Civile con un servizio che costa all’utente 46€ a mezzo. La norma dispone inoltre la possibilità che il servizio sia effettuato dai centri privati attrezzati e allo scopo specificamente autorizzati dalla Motorizzazione, che invia comunque i propri tecnici a effettuare le revisioni. Questo servizio alternativo, certamente più rapido, è anche maggiormente costoso: mediamente 160€ a mezzo.

 

ritardi nelle revisioni degli UMC – denuncia ancora la CNA FITA – sono una delle criticità che espone a grave rischio gli autotrasportatori, in primis per le possibili conseguenze e responsabilità derivanti dalle condizioni di sicurezza di un veicolo non sottoposto al periodico controllo annuale, poi anche per tutte le complicazioni che ne derivano con gli organismi di controllo su strada e con le compagnie di assicurazione in caso di sinistro.

 

Nel 2016 si sono accumulati mediamente 9 mesi di ritardo per le revisioni presso UMC di veicoli superiori a 3,5 t. e autobus. Nel 2017 sulle complessive 850.000 revisioni annue, in Sardegna se ne sono evase circa 23.000 ma con tempi di prenotazione che hanno raggiunto i 15-16 mesi dell’UMC di Cagliari e i circa 13 mesi dell’UMC di Sassari per autocarri e rimorchi.

 

Nel 2019 si certifica già un ritardo a 9 mesi (prenotazioni al 30 marzo 2020) con conseguente sospensione del servizio di prenotazione delle revisioni, anche per via telematica. Le motivazioni addotte sarebbero i pensionamenti sopra richiamati, con una riduzione di organico che porterebbe in particolare Oristano alla paralisi completa del servizio revisioni.

 

Non è più possibile che sia il sistema delle imprese a sobbarcarsi costi e rischi di un’amministrazione incapace di organizzare le strutture periferiche, di gestirne competenze e personale in termini di organico, turn over compreso”, evidenzia il Presidente regionale CNA FITA Francesco Pinna.

 

L’alternativa forzata alla sospensione delle prenotazioni degli UMC sarebbe la prenotazione nei centri di revisione dei mezzi pesanti autorizzati dalla Motorizzazione, da svolgersi peraltro con lo stesso insufficiente personale tecnico dell’UMC, e a costi esorbitanti a seconda del parco veicolare degli operatori. “Quella di rivolgerci ai centri privati autorizzati – aggiunge Pinna – è per noi trasportatori una libera scelta, ma questa opportunità al contrario sta diventando un’opzione forzata e sostitutiva del servizio pubblico in questione.

 

Pinna (Presidente regionale): “Chiediamo alla Politica e all’Amministrazione di essere messi in condizione di lavorare in regola e in sicurezza senza che ci vengano imposti costi aggiuntivi per un’attività di servizio pubblico, e senza dover fermare la nostra attività arrecandoci così un pregiudizio economico”.

Codonesu (Responsabile regionale): “Occorre affrontare con urgenza questa nuova emergenza prevedendo sessioni straordinarie di revisione col personale dipendente in forze e/o con tecnici temporaneamente a supporto provenienti da altre UMC. Ma è diventato improcrastinabile un intervento risolutivo quale l’indizione dei concorsi per nuove assunzioni o mobilità di figure idonee a restituire piena operatività agli UMC e serenità agli utenti”.

 

 

 

(foto generica)