Claudio Ninna, quarantasei anni, di Cagliari ma residente a Guspini, insegna in tre scuole: a Villaputzu, a Muravera e a Quartu Sant’Elena. In quest’ultima città, al Motzo, fa l’insegnante di sostegno. Le parole di Draghi non sono piaciute nemmeno a lui: “La dad è comunque lezione, non mi sono grattato ma tutti i giorni sono stati uguali agli altri. Manca la socializzazione ma la scuola sta comunque funzionando”, sostiene. “Ovviamente lo stipendio è sempre stato lo stesso, con la didattica a distanza ci hanno chiesto di fare una cosa per la quale non siamo pagati e che non era prevista nel contratto di lavoro, se ben ricordo hanno aggiunto una postilla da quest’anno per l’emergenza del virus”. Quindi, gettare alle ortiche tanti mesi di didattica a distanza non gli sembra per niente giusto. Anzi, sarebbe una batosta vera e propria.
All’orizzonte può esserci la possibilità di lavorare per tutto giugno: “Ok, ma i ragazzi come la prenderanno? Insegno anche all’Alberghiero, tenerli nelle classi sino al trenta giugno vuol dire fargli perdere due settimane di lavoro stagionale. La dad è stata stressante, non è come fare una diretta live sui social, devi essere preparato e sapere cosa dire”.









