Cinque giorni per aprire la caccia ai 60 posti in Consiglio regionale

Defezioni doc, grandi riconferme, new entry e le immancabili polemiche: in attesa dell’ultimo atto per le liste in Corte d’Appello si scalda il clima della campagna elettorale e cresce l’attesa sui nomi dei candidati. Ecco tutti i nomi in rampa di lancio


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Cinque giorni cinque per chiudere la partita e aprire ufficialmente la caccia negli otto collegi elettorali a uno dei 60 posti disponibili in Consiglio regionale, 20 in meno degli attuali. I partiti, i movimenti, i debuttanti e gli storici baluardi della politica isolana stanno vivendo ore frenetiche per trovare la quadra e presentarsi con la migliore squadra possibile a quella che si preannuncia come una delle più difficili e incerte sfide elettorali degli ultimi anni. Ultima chiamata: le 20 di lunedì 13 gennaio. Defezioni eccellenti ce ne sono già: quella dell’attuale presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, dell’ex governatore Renato Soru, dello storico decano dell’assemblea Felicetto Contu e dell’assessore dell’Industria Antonello Liori, politico di altrettanto lungo corso. Ovvio che, a parte Contu, gli altri proseguiranno la carriera all’Europarlamento o, nel caso di Soru, probabilmente in un ruolo di peso nel governo Letta o più probabilmente come segretario regionale del partito in Sardegna.
Il centrodestra fra novità e riconferme – Forza Italia riconferma almeno una decina dei suoi 31 attuali consiglieri, a cominciare da Pietro Pittalis, convinto personalmente a ricandidarsi dal presidente Cappellacci e uscito “pulito” dall’inchiesta per peculato sui fondi ai gruppi consiliari, anzi citato dal pm come esempio in quanto aveva rifiutato l’omaggio della Montblanc dall’allora capogruppo Mario Diana, attualmente in carcere.
Una candidatura forte e irrinunciabile, per il centrodestra,per cui fra l’altro Pittalis ha svolto in questi anni il ruolo del grande mediatore. Poi ci sono di sicuro l’assessore al Bilancio Alessandra Zedda, Edoardo Tocco, Antonello Peru, Oscar Cherchi, il titolare del Lavoro Mariano Contu, Lunetta Lunesu e Ignazio Artizzu, approdato con i berlusconiani dopo An, Fli e Fratelli d’Italia. Fra le novità tra i consiglieri regionali Stefano Tunis e Stefano Schirru, il medico Fabio Barbarossa, il sindaco di Golfo Aranci Giuseppe Fasolino, l’ex sindaco di Alghero Marco Tedde, l’imprenditore di Assemini Francesco Desogus.  I Riformatori puntano di nuovo su Michele Cossa e Sergio Pisano a Cagliari, Attilio Dedoni a Oristano con Angela Nonnis, Franco Mula e l’attuale assessore al Turismo Luigi Crisponi, Pietrino Fois a Sassari e Pino Caria, sindaco di Burcei. Matteo Sanna torna di sicuro in campo a Olbia con Fratelli d’Italia, annunciando peraltro grandi novità: con lui correranno Marco Balata, ex presidente dell’Olbia calcio e Giulietto Careddu figlio dell’ex sindaco; ci saranno anche Eugenio Murgioni, sindaco di Castiadas, Laura Moro e Andrea Pala. Per l’Udc, infine, non mollano Giorgio Oppi e Nello Cappai, e ci sarà pure il sindaco di Mandas Umberto Oppus.
Il centrosinistra e il codice etico – Primo problema, per il Pd, decidere cosa fare degli indagati che vogliono ricandidarsi dopo il caso-Barracciu, primi fra tutti Franco Sabatini e Gavino Manca che fra l’altro sarebbero al terzo mandato. Chiede di tornare in pista per la terza volta anche Gian Valerio Sanna, mentre sono già sicure le candidature del sindaco di Sassari Gianfranco Ganau e del presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu. Torneranno sicuramente in pista per ils e nodo mandato l’attuale capogruppo Giampaolo Diana, Marco Espa, Pietro Cocco, Luigi Lotto, Tarcisio Agus e Lorenzo Cozzolino, mentre la new entry potrebbe essere Pietro Morittu, consigliere comunale a Carbonia e componente della segreteria regionale dei democratici. Danno invece l’addio al palazzo di via Roma Mario Bruno, Elia Corda, Giuseppe Cuccu e Chicco Porcu. 
Tensione fra i Zonafranchisti – Che ci fosse tensione era chiaro, del resto si sono spaccati al momento di scegliere con chi schierarsi. Ora Maria Rosaria Randaccio, che ha sposato la causa di Cappellacci, alza il tiro e il tono della polemica: attenzione alle liste civetta, gli unici legittimati a parlare di zona franca siamo noi. Lo aveva già detto il governatore e ricandidato presidente per il centrodestra, appellandosi al voto utile e mettendo in guardia da “avventurieri” che fingendo di remare per la zona franca in realtà curano gli interessi di chi non vuole realizzarla. 

 

 


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