Sei coltellate, tutte andate a segno. Cinque alla schiena e una, fatale, al collo. E potrebbe esser stata l’ultima, inferta da Paolo Randaccio alla moglie Angelica Salis quando lei era già in una condizione oggettiva di difficoltà per i fendenti ricevuti. Eccoli, i risultati dell’autopsia sul corpo della sessantenne uccisa dal marito due giorni fa al culmine dell’ennesimo litigio nella loro abitazione di via Sarcidano 34 a Quartucciu. L’uomo ha afferrato uno dei coltelli da cucina e ha ammazzato la donna con la quale ha condiviso la maggior parte della sua vita e dalla quale ha avuto tre figli. Il medico legale Roberto Demontis, insieme alla sua equipe, ha lavorato tre ore al Policlinico di Monserrato per stendere la relazione finale che sarà letta dai giudici. Non sarebbero stati trovati altri segni “importanti” sul cadavere della donna, ma non è improbabile che qualche dettaglio sia ancora tenuto secretato, visto che l’assassino deve ancora essere ascoltato dal magistrato, molto probabilmente insieme a un avvocato scelto dallo stesso Randaccio.
Intanto, sui social, soprattutto Facebook, si continuano a leggere post e commenti, anche da parte di parenti e persone vicine alla famiglia, che potrebbero far comprendere come, dietro il femminicidio, ci sia un possibile dramma sociale. C’è chi non risparmia parole, anche forti, di disprezzo nei confronti di Paolo Randaccio condannando fermamente il femminicidio e chi, inclusi alcuni familiari, raccontano di “situazioni difficili” che andavano avanti da tempo (inclusa una depressione che avrebbe colpito Angelica Salis fa tempo) e di sos, lanciati a varie istituzioni, che non sarebbero state raccolti.