Il risparmio nello scontrino? Non c’è, e si vede. Il carrello tricolore proposto dal Governo all’interno del trimestre anti inflazione si rivela più un flop che un successo. Nei supermercati che hanno aderito all’iniziativa gli sconti ci sono, ma nulla di eclatante. Un esempio? Ieri, primo giorno del carrello tricolore, in un discount di Cagliari i ribassi riguardavano formaggio filante, salame piccante, avocado, salmone in scadenza il giorno dopo, qualche merendina, un solo marchio di biscotti e tre tipi diversi di verdure. PIù qualche altro 10% in meno sparso qui e lì tra le corsie. Troppo poco per fare respirare le famiglie, e sono già numerose le segnalazioni arrivate all’Adiconsum Sardegna. Che, con il suo rappresentante regionale Giorgio Vargiu, esprime più rabbia che stupore: “L’abbiamo detto sin dall’inizio, il metodo da utilizzare era quello proposto da noi”. Vale a dire “un elenco di prodotti, concordato col Governo, da mettere in un elenco, il cosiddetto paniere, e stabilire preventivamente il prezzo. Così, invece, si lascia spazio libero alla grande distribuzione che continua ad ingrassare e che obbliga i produttori ad effettuare eventuali sconti”. Insomma, le casse continuano a essere belle gonfie, a differenza dei portafogli dei cittadini.
Il discorso è molto semplice, sostiene Vargiu: “Si tratta di prodotti civetta, i classici sconti a rotazione che ti portano a scegliere un supermercato. Oggi è scontato il tonno, domani o tra una settima ammorbidente o altri prodotti. Ma è sempre quel giro che comporta risparmi irrisori per i cittadini e nessuna diminuzione di guadagno per i colossi che gestiscono le vendite”.










