Caretta Caretta intrappolata nelle reti da pesca, amputata la pinna anteriore

Il 18 maggio nelle acque all’interno del porto della Marina di Stintino, è stato ritrovato, accanto ad un’imbarcazione, un esemplare di Caretta caretta in stato di galleggiamento intrappolato da un groviglio di cime e lenze


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Caretta caretta intrappolata nelle reti da pesca, per lei l’amputazione della pinna anteriore destra. Il Crama: “Le attrezzature da pesca abbandonate possono costituire una grave minaccia alle tartarughe a tutti gli animali marini, cetacei compresi. Ricordiamo perciò l’importanza di prestare attenzione a non rilasciare alcun tipo di attrezzo in mare e a rimuoverlo o a segnalarli agli enti competenti in caso di ritrovamento”.

Il 18 maggio nelle acque all’interno del porto della Marina di Stintino, è stato ritrovato, accanto ad un’imbarcazione, un esemplare di Caretta caretta in stato di galleggiamento intrappolato da un groviglio di cime e lenze. Lo staff che gestisce il porto assieme ad un operatore del Parco Nazionale dell’Asinara ha immediatamente segnalato il ritrovamento allo Staff di Crama e provveduto al recupero dell’animale tagliando la cima che lo immobilizzava in quanto era legata al groviglio di lenze. Le lenze, che strozzavano la pinna anteriore destra dell’animale presumibilmente da alcune settimane, l’avevano in parte amputata.

La tartaruga, una femmina di 40 chili di peso, è stata tempestivamente trasferita la mattina stessa al Centro di Ospedalizzazione del Parco Nazionale dell’Asinara (nodo della Rete Regionale di Conservazione della fauna marina in difficoltà) dove è stata liberata dai fili di lenza e visitata dal veterinario.

All’esame radiologico non è stato evidenziato nulla di rilevante; i tessuti dell’arto in questione sono necrotici nella parte superficiale mentre sembrerebbe esserci una buona irrorazione nei tessuti profondi muscolari. Di conseguenza, si cercherà di recuperare il moncone rimasto al fine di anchilosarlo e di permettere all’esemplare di rimanere con una porzione di pinna per favorirne il nuoto.  La tartaruga, battezzata con il nome di Marina Valeria, è stata medicata e messa sotto terapia antibiotica e si trova attualmente al Centro Recupero Animali Marini dell’Asinara, cosi come anche altre 3 esemplari.


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