Casteddu On line
  • Cagliari
  • Hinterland
  • Sulla Sulcitana
  • Sud Sardegna
  • Sardegna
  • Calcio
  • Eventi
  • Contatti
  • SOSTIENICI
  • Cagliari
  • Hinterland
  • Sulla Sulcitana
  • Sud Sardegna
  • Sardegna
  • Calcio
  • Eventi
  • Contatti
  • SOSTIENICI
No Result
View All Result
Casteddu On line
No Result
View All Result
Iscriviti al canale
Home area-vasta

Carceri, Caligaris: “Sistema sardo in sofferenza, serve ampliare il ricorso a pene alternative”

di Redazione Cagliari Online
19 Marzo 2020
in area-vasta

Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Bimbo di 11 mesi in cella con la mamma a Uta, Sdr: “Condizione inaccettabile”
“Il provvedimento con cui il Governo è intervenuto per alleviare la presenza dei detenuti nelle carceri, con l’intento di dare una risposta all’emergenza Covid19, non risolverà la condizione di grave sofferenza in cui si trova anche il sistema penitenziario in Sardegna. E’ un primo passo ma non sufficiente. Occorre ampliare il ricorso alle pene alternative e promuovere una mini amnistia e/o un indulto. Sono troppe le questioni da affrontare. Nella nostra isola infatti al problema del sovraffollamento in alcuni Istituti (Oristano-Massama, Cagliari-Uta e Sassari-Bancali) si aggiungono le carenze ‘storiche’ che il Ministero della Giustizia e il Dap non hanno mai seriamente affrontato e risolto. La costruzione di quattro nuove strutture penitenziarie ha paradossalmente complicato la realtà isolana dove sono aumentati i detenuti in alta e massima sicurezza e la carenza di personale (Direttori, Agenti, Educatori e amministrativi). E’ inadeguata l’organizzazione sanitaria, deficitaria sotto il profilo dell’efficienza. Aspetti che rendono difficile tenere insieme esigenze diverse nel rispetto dei diritti di tutti. Senza parlare della Magistratura di Sorveglianza che necessita di numeri decisamente più importanti per rendere il ricorso alle pene alternative più snello ed efficace.
Non si può fare a meno di considerare che se nelle carceri isolane non si sono verificati atti inconsulti lo si deve al senso di responsabilità delle persone private della libertà e dei loro familiari ma ha avuto un ruolo determinante il personale. In queste settimane dell’imperativo “restare a casa” abbiamo sperimentato, almeno in parte, che cosa significa vivere con limiti alla libertà. Da cittadini responsabili abbiamo rinunciato a uscire di casa se non per necessità. Molti hanno sofferto a tal punto questa condizione da non riuscire a portarla a termine completamente. Hanno frequentato le edicole o il market o la farmacia più di una volta, senza neanche l’urgenza. Hanno avuto al loro fianco moglie o marito, figli, nipoti. Hanno avuto moment di socialità attraverso il computer o il cellulare. Imporre restrizioni a chi vive una condizione limitata, violando così anche le norme vigenti che permettono ai detenuti di vedere almeno i propri familiari (principio peraltro fondamentale per il reintegro sociale e per mantenere relazioni con i figli) oppure i volontari ha creato non pochi problemi a Direttori e Comandanti di Reparto. Ha imposto agli Agenti e agli Educatori un surplus di lavoro costringendoli, in un momento della loro vita condizionato da una grave emergenza sanitaria, a fare leva quasi solo sull’arma della comunicazione. Non è stato facile spiegare perché, condividere lo scopo delle nuove più rigide limitazioni palesando un fine comune per il rispetto della vita di tutti. Tutto questo è stato fatto, anche con il contributo dei Cappellani, durante le ultime tre settimane costruendo un nuovo modo per stare insieme in una realtà chiusa. A questo equilibrio delicato e sempre instabile ha contribuito il personale sanitario in grande difficoltà.
Tutti, anche i volontari, aspettano un ulteriore provvedimento del Ministro Bonafede che con senso di responsabilità, senza il condizionamento degli insensati allarmi per la libertà a vantaggio di violentatori, pedofili e assassini, assuma una decisione in grado di incidere più opportunamente per alleviare una situazione che, forse non si è ancora capito, è molto delicata. Non basta riconfermare un dispositivo di legge esistente (199/2010), come ha fatto. Non basta garantire l’uscita dal carcere a chi deve scontare ancora 18 mesi. Serve coraggio e determinazione per consentire a chi sta concludendo il percorso detentivo di andare a casa, seppure in detenzione domiciliare. Una mini amnistia e/o un indulto sarebbero l’ideale, anche perché la situazione dei Tribunali non è facile. Il Ministro non aspetti oltre intervenga affinché la salute di tutti sia salvaguardata in condizioni di vita in cui l’igiene sia davvero garantita ed esclusa o almeno controllata la promiscuità”.
Maria Grazia Caligaris, socia fondatrice associazione onlus “Socialismo Diritti Riforme”
Tags: Sardegna
Previous Post

Coronavirus, la comunità cinese a Sassari dona 5mila mascherine

Next Post

Claudio, infermiere di Senorbì: “Non siamo carne da macello, dateci la possibilità di proteggerci”

Articoli correlati

Cagliari, bomba carta esplode in via Sanna: danneggiata un’abitazione, illesi i residenti

Musei, pastore 20enne in arresto per spaccio di droga

Tutta la Sardegna fa il tifo per EroCaddeo: domani la finalissima di X Factor a Napoli

Tutta la Sardegna fa il tifo per EroCaddeo: domani la finalissima di X Factor a Napoli

Uta, nel carcere arrivano i capimafia più pericolosi d’Italia: Sardegna discarica criminale, sconfitta e impotente

Uta: agente penitenziario aggredito a calci e pugni, i sindacati: “Situazione vergognosa e umiliante”

Meteo Casteddu, sabato tregua dal maltempo ma domenica tutti con l’ombrello

Arrivano nuove piogge, l’avviso importante: “Massima cautela negli spostamenti da Cagliari all’Iglesiente”

Uta, nel carcere arrivano i capimafia più pericolosi d’Italia: Sardegna discarica criminale, sconfitta e impotente

Uta, nel carcere arrivano i capimafia più pericolosi d’Italia: Sardegna discarica criminale, sconfitta e impotente

Incubo incidenti, grave sinistro lungo la Ss 130 tra Assemini e Decimomannu: coinvolti un mezzo pesante e 2 auto

Incubo incidenti, grave sinistro lungo la Ss 130 tra Assemini e Decimomannu: coinvolti un mezzo pesante e 2 auto

Next Post
Claudio, infermiere di Senorbì: “Non siamo carne da macello, dateci la possibilità di proteggerci”

Claudio, infermiere di Senorbì: "Non siamo carne da macello, dateci la possibilità di proteggerci"

ULTIME NOTIZIE

È morto il bambino scosso dalla madre, i suoi organi saranno donati

Partorisce in casa al settimo mese e il piccolo muore poco dopo, aperta un’inchiesta

Massimo Zedda, un anno dopo: “Ora riqualifichiamo davvero Cagliari, vedrete un grande fronte sul mare” (VIDEO)

Consiglio Metropolitano di Cagliari, il Sindaco Zedda nomina la Vicesindaca e conferisce le deleghe

Ora è ufficiale, il Microcitemico si trasferisce al Brotzu: “Forte preoccupazione per la neuropsichiatria infantile”

Ora è ufficiale, il Microcitemico si trasferisce al Brotzu: “Forte preoccupazione per la neuropsichiatria infantile”

Sei nuove Jacaranda nel viale Buoncammino delle polemiche sul verde  a Cagliari

Castello, il cuore nobile di Cagliari che oggi batte più piano: il caso di Viale Buoncammino, dove regna il silenzio

RSA, nel Medio Campidano carenza di posti letto e di servizi per i più fragili

Quando la burocrazia pesa più della malattia: la denuncia di Monia, paziente oncologica di Sinnai in attesa del verbale INPS

Casteddu Online – P.I. IT03410570927 Testata registrata presso il tribunale di Cagliari n. 5/12

Hosting gestito da Monrif Net Srl
Via Mattei, 106, 40138 Bologna (BO)
P.Iva 12741650159

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport. legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

IMPOSTAZIONI PRIVACY
Copyright © 2024
RCAST.NET
No Result
View All Result
  • Cagliari
  • Hinterland
  • Sulla Sulcitana
  • Sud Sardegna
  • Sardegna
  • Calcio
  • Eventi
  • Contatti
  • SOSTIENICI

Copyright © 2025