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Due milioni di euro ai proprietari terrieri di Monte Arbu: nessun pericolo da frana, la sentenza del Tar è chiara. Illecito il declassamento da zona lottizzabile ad agricola, come sancito dal Comune nel 2016, “la Sentenza del Consiglio di Stato ha posto fine all’ingiustizia subita e durata otto anni” sottoscrivono i proprietari. “Purtroppo la vicenda non è ancora conclusa.
Infatti, ad oggi, sono trascorsi ulteriori quattro mesi e, nonostante la Sentenza del Consiglio di Stato sia divenuta esecutiva, codesta Amministrazione non ha ancora rispettato le disposizioni in essa contenute”. Il sindaco Beniamino Garau: “Le tempistiche e tutto quanto accaduto non dipendono da me, io sto con i cittadini e farò di tutto per portare avanti le loro richieste e ridare ciò che gli spetta come la sentenza dice”. Una vicenda che ha interessato numerosi cittadini che, in possesso di un terreno in località Monte Arbu dove poter costruire, si sono ritrovati a dover piantare ortaggi: rischio frana, la motivazione accolta “sia dal Consiglio Comunale di Capoterra che dal Direttore Regionale della Pianificazione Urbanistica della Regione Sardegna”, illegittima “in quanto l’area non si trova “alle quote più alte dei versanti esposti alle frane” per cui, come previsto dall’art. 33 delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI, è edificabile”.
“E’ stata necessaria una lunga, costante ed estenuante contrapposizione sia con osservazioni e richieste quasi sempre ignorate ed in alcuni casi non inoltrate agli Enti sovraordinati e sia con azioni giudiziarie durate dall’Aprile 2016 al 27 Dicembre 2023, data nella quale il Consiglio di Stato, con apposita Sentenza, ha annullato i provvedimenti illegittimi adottati”. Non solo: “Tuttavia, a scanso di equivoci e/o tentativi di possibili strumentalizzazioni, la richiesta di risarcimento, se pur inoltrata all’Ente Comunale e Regionale, è rivolta agli amministratori e funzionari che sono stati “i veri responsabili” del danno arrecatoci.
Alla luce dei fatti, come meglio si dirà più avanti, non si è trattato di atti amministrativi adottati in buona fede ma di atti contradditori e improntati ad una manifesta disparità di trattamento mirati, con decisa determinazione, ad impedire sia l’approvazione della citata lottizzazione e sia l’edificazione dei terreni agricoli limitrofi.
Infatti, con la stessa Deliberazione l’allora Consiglio Comunale di Capoterra (ed ecco la palese e inequivocabile disparità di trattamento riservatoci) non solo ha riconfermato come edificabili le zone gravate da Pericolosità di Frana Hg2 sia in località Santa Rosa sia in località Poggio dei Pini, dove si continua a costruire ma, cosa ancora assai più grave, ha promosso un altro comparto da zona E (agricola) a zona C (lottizzabile), pur presentando, parzialmente, non solo le stesse caratteristiche di pericolosità Hg2 ma anche una localizzazione situata nei versanti più alti esposti alle frane.
Di conseguenza, con questo atteggiamento, sia i Consiglieri Comunali che i responsabili del Settore Urbanistico di Capoterra, che conoscevano bene il nostro territorio e sia il Direttore Generale e i suoi collaboratori della Regione Sardegna che hanno esaminato il PUC, per valutare la necessaria “Verifica di Coerenza”, hanno messo in atto questa grave e lesiva discriminazione nei confronti delle nostre proprietà costringendoci ad un lungo iter giudiziario durato otto anni con sproporzionato dispendio di risorse economiche oltre che di mezzi ed energie”. I problemi però non sono ancora finiti, infatti i proprietari terrieri ora chiedono all’attuale amministrazione di intervenire celermente per rispettare la sentenza del Tar e il sindaco Beniamino Garau, in merito alla vicenda, specifica: “Conosco questa situazione come tante altre dal punto di vista urbanistico e, come sono sensibile ad altre realtà, lo sono anche per questa. La grande ingiustizia che questi cittadini hanno ricevuto da parte di istituzioni che erano ben lontane dalle vere esigenze dei cittadini, che sono genitori non di certo speculatori nel mondo dell’edilizia, devono ricavare da un lotto per un figlio, per un nipote, per la famiglia stessa, sono stati ignorati quando è stato redatto il piano urbanistico, con un piano di lottizzazione che, tra l’altro, era stato già approvato, quindi sarà mia premura intervenire. Stiamo procedendo, abbiamo già dato incarico a una società esterna per il Puc, per mettere apposto questa situazione e speriamo di portarla in consiglio il più presto possibile. L’iter è molto articolato, con la variazione del piano urbanistico comunale si sono aggrappati a motivazioni sterili per giustificare l’eliminazione di quell’area, come in passato hanno fatto con altre aree, inventandosi problemi inesistenti e saremo rapidi, per quanto ci compete, per ridare quello che gli spetta”.