Capoterra, “tampone positivo dopo il sierologico negativo: io e la mia famiglia abbandonati dall’Ats”

Niente Covid al primo controllo, virus “certificato” al secondo. L’incubo di Antonio Piras, agente di commercio capoterrese, inizia il 27 ottobre: “Il medico dell’Ats non mi ha più richiamato, io e la mia famiglia costretti a pagare 200 euro per i tamponi in un laboratorio privato”


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I “dolori muscolari” e la febbre “a 37,5”, lo scorso undici ottobre, fanno scattare nella mente di Antonio Piras, agente di commercio capoterrese di 57 anni, un campanello d’allarme: “E se ho il Covid?”. L’uomo attende tre giorni, racconta di “aver annullato un volo diretto a Milano per lavoro, per la sicurezza di tutti”, avvisa la sua dottoressa e “il 21 ottobre fa il test sierologico”. Risultato? “Negativo”. Nel frattempo, però, i suoi familiari stanno male: “Avevano anche perso gusto e olfatto. Mi chiama un medico dell’Ats per chiedermi come sto, ho risposto che stavo benissimo ma, vista la situazione in casa, ho deciso di fare il tampone. Il 27 ottobre arriva l’esito, positivo al Coronavirus”. Da quel giorno, Piras sostiene di non aver ricevuto più nessuna telefonata dai medici: “I miei familiari, ovviamente, pensavano di essere positivi. Abbiamo atteso una chiamata per ventuno giorni, siamo stati abbandonati”, prosegue l’uomo, che, oltre a fornire i risultati dei tre test (negativo, positivo, negativo) ha anche scritto una lunga lettera, legata alla sua vicenda, alla nostra redazione. Ecco, di seguito, alcuni stralci.

 

Dopo aver scoperto la positività al Covid, il 27 ottobre, “il mondo mi crolla addosso, ovviamente anche i miei familiari pensano di essere positivi, da qui inizia l’attesa, adesso l’Ats mi chiamerà per sapere con chi sono stato in contatto nelle ultime 48 ore, oltre ai miei familiari. Bene, a oggi sono passati 34 giorni e nessuno mi ha mai contattato. Per poter riprendere il lavoro, io e i miei familiari, abbiamo dovuto fare il tampone naso faringeo in privato. Costo 50 euro a testa, per un totale di duecento euro. Grazie a Dio, per me, non è stato un problema di costi. Tutti negativi. Il problema gravissimo sarebbe stato se io avessi detto no alla richiesta per fare il tampone da parte dell’Ats, sarei stato autorizzato dalla stessa Ats ad andare in giro a contagiare tantissime persone. Oggi stiamo bene, abbiamo ripreso tutte le nostre attività, ma la mia segnalazione non è per avere pubblicità, ma per far capire quante persone si trovano nella stessa situazione e anche in difficoltà economiche”.


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