La polemica nasce pochi giorni fa in seguito alla variazione degli orari assegnati alle società locali per l’uso delle strutture che consentono ai piccoli e ai grandi di allenarsi nella disciplina preferita. A lanciare un appello rivolto alle istituzioni e a raccontare ciò che è avvenuto è una mamma: “Lo sport è una componente fondamentale per la vita dei nostri figli, mi ritengo fortunata ad aver trovato finalmente la società giusta per mio figlio, mi riferisco all’Asd Mistral di Capoterra. Non tutti i bambini hanno la stessa capacità di inserirsi in un ambiente sportivo e di squadra, ma con i ragazzi della Mistral abbiamo trovato una famiglia che si prende cura dei nostri bambini, insegna loro un bellissimo sport di squadra, il fairplay, la correttezza ed il rispetto per il prossimo. Per cui non vi dico – spiega Rosella – l’amarezza nello scoprire che, senza alcun preavviso o ragione apparente, ai nostri ragazzi è stata negata da parte del Comune di Capoterra la possibilità di allenarsi come fatto finora. Infatti la palestra di Corte Piscedda è stata riassegnata, ormai a stagione iniziata, togliendoci gli orari soliti e inserendone altri che, solo con il dono dell’ubiquità, potrebbero tornare utili. Tutta questa situazione è assurda e paradossale, chiediamo che venga dato il criterio di assegnazione delle palestre e, visto che non ci mancano certo le strutture a Capoterra, il comune dia agli atleti la possibilità di usufruire del diritto allo sport”. Rumors indicherebbero imminente un incontro tra le parti in causa al fine di trovare un compromesso, intanto sull’argomento interviene il presidente della commissione vigilanza Silvano Corda che comunica: “È paradossale la scelta adottata da questa amministrazione per l’assegnazione delle palestre, lasciando fuori le società che da anni contribuiscono alla crescita sportiva e sociale dei giovani di Capoterra.
Invito sindaco e assessore a porre rimedio a questa grave mancanza di equità. La società Mistral con la nuova ripartizione degli orari sarà pesantemente penalizzata e impossibilitata a svolgere le proprie attività sportive”.












