Capoterra, dopo sei lunghi anni dall’alluvione ancora niente è stato fatto in termini di prevenzione e di limitazione dei disagi creati dopo i tragici fatti del 2008. Mercoledì prossimo, 22 ottobre, gli abitanti di Capoterra torneranno a Cagliari per scioperare davanti alla Regione. “Ormai ci siamo stancati – spiega Carlo Carcangiu, presidente del Movimento ’Capoterra: Solidarietà – Pari dignità’ – Il fatto che solo da poco tempo siano partite le lettere di esproprio per poter iniziare il primo lotto dei lavori, che da anni sono stati dichiarati imminenti, ci ha suggerito che l’unica forma di protesta fosse lo sciopero”.
Finora, da parte della Regione, solo promesse e nessun intervento concreto. “Quest’anno non siamo disponibili a parlare con gli assessori – continua Carcangiu – ad invitarli a confrontarsi con la gente e potersi fare, ancora una volta, pubblicità gratuita. Le loro promesse sono state solo parole al vento: in questi anni scorsi si sono impegnati soltanto a dimostrarci che politicamente non contavano niente e le loro vane promesse sono state il solo modo per tenerci buoni. Gli stanziamenti, sempre largamente insufficienti, per riparare i danni materiali giacciono da anni inutilizzati. Il ricordo della perdita di vite umane è stato, invece, prontamente rimosso dalle loro aride coscienze”.
Il Comune. “Il sindaco, più volte sollecitato, non è riuscito ancora a trovare soluzioni opportune, se non quelle di facciata – conclude Carcangiu – Forse perché preso in maniera convulsa a progettare la “metanizzazione del territorio”, ultimo dei problemi di cui risentono la mancanza le migliaia di persone coinvolte nell’alluvione del 22 ottobre 2008. Noi, dopo sei anni non siamo soltanto demoralizzati, ma delusi e disgustati”. L’appuntamento per la protesta è per mercoledì prossimo, 22 ottobre, sotto il palazzo del Consiglio regionale.













