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Le lontane radici che legano questo sport alla lotta degli schiavi brasiliani per conquistare la propria libertà dalle catene, che li vincolavano ai lavori forzati, oggi è un momento per allenarsi, rassodare imparare a cantare a suonare, imparare una lingua. Una disciplina completa a 360 gradi. Un’arte, come ben raccontano le immagini di Andrea Corda scattate domenica durante l’evento, che unisce lotta e danza e ha aiutato in tempo di schiavitù gli uomini a liberarsi dai propri padroni. “Oggi dove le catene sono invisibili ma ben presenti la capoeira può essere un valido strumento per unire corpo mente e spirito e tirar fuori il meglio di noi” spiega Corda. In tanti si sono dati appuntamento al palazzetto dell’Esperia per rinnovare l’appuntamento annuale che racchiude l’essenza dell’allenamento a suon di ritmo e filosofia e che può rappresentare la giusta metafora di una società “dove, a volte, sono presenti catene anche se invisibili e la capoeira è un potente mezzo di espressione che unisce arte, danza cultura e filosofia e i suoi benefici sono sia fisici che mentali”.