Caos reddito di cittadinanza in Sardegna, tanti furbetti: “1175 bonus revocati in 3 mesi”

Una pioggia di soldi, già intascati da chi non ne aveva diritto. L’Inps scopre, in ritardo, le irregolarità e corre ai ripari: “Tra le revoche ci sono anche i 140 africani, solo nel Cagliaritano prendono il reddito 102958 persone”. Come fare per riavere indietro i denari? “Qualcuno ha dei beni, per esempio la casa”. La VIDEO INTERVISTA alla vicedirettrice dell’Inps Simona Bassi

La platea di chi non avrebbe dovuto mai prendere il reddito di cittadinanza in Sardegna? Decisamente più ampia rispetto ai quei 140 africani già scoperti e denunciati. I numeri sono più elevati, e a fornirli è la vicedirettrice dell’Inps dell’Isola, Simona Bassi: “Sono 1175 i bonus revocati in tre mesi, da gennaio a marzo 2022, ad altrettanti nuclei familiari. Blocchiamo la carta e il saldo residuo torna nelle casse dello Stato. Per le somme già utilizzate, per riaverle, si procede secondo le normali procedure di recupero”. Cioè, “viene mandata una lettera, al percettore del reddito, per spiegargli come deve fare per regolarizzare tutto. Se non comincia a pagare, anche con una dilazione, non potrà fare un’altra domanda per ottenere il reddito”. E per ottenere sicuramente i soldi:? ” Nella sola Città Metropolitana di Cagliari ci sono 102958 persone che usufruiscono del reddito di cittadinanza, per un importo medio mensile, erogato, di 542,36 euro.
I furbetti africani sono stati rintracciati “incrociando le nostre banche dati con quelle della polizia”. Numeri che fanno pensare, si parla infatti di 4 milioni di euro volati via: “Abbiamo recuperato ciò che la polizia ci ha chiesto, collaborando pienamente”, precisa la Bassi. E ora, con la nuova legge, ci saranno modalità più stringenti: “Ci saranno controlli preventivi e non successivi, saranno più impattanti. Soprattutto quello sulla residenza, previsto a monte. Se ha il requisito ok, altrimenti viene meno il diritto alla percezione, così come l’eventuale svolgimento di attività lavorativa o la presenza di dimissioni non per giusta causa nei 12 mesi precedenti la domanda. Questi sono dati che avremo prima dell’erogazione della prestazione. La nostra attività è abbastanza importante, anche di intelligence. Periodicamente lavoriamo sulle indicazioni che ci vengono fornite, ma anche di nostra diretta iniziativa, andando a frugare le domande che ci destano sospetti”.


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