Cagliari, via Garibaldi stritolata tra maxi centri commerciali e cinesi: “Viviamo alla giornata”

Viaggio nella strada dello shopping “moribondo”, tra negozi storici che sopravvivono e quelli nuovi in mano a catene di franchising: “La nostra qualità è migliore. Basta con l’apertura continua di nuovi centri commerciali, promettono lavoro ma in realtà massacrano i giovani con turni osceni”. Cosa ne pensate?


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Le gocce che fanno traboccare i vasi stanno formando, giorno dopo giorno, un torrente sempre più in piena: i commercianti di via Garibaldi – tranne rare eccezioni – continuano a registrare segni meno alla voce guadagni e, tra aperture già consolidate e, in un caso, molto vicine, di grandi catene dell’abbigliamento nell’hinterland, con la “doppia aggiunta” di parcheggi quasi inesistenti in zona e la concorrenza dei venditori stranieri – cinesi su tutti -. La “litania” è la solita: impossibile sperare di sopravvivere sul mercato se, facendo pochi chilometri con l’automobile, si possono raggiungere maxi centri commerciali dove c’è tutto, iniziando dal parcheggio. E la vicina estate 2018 viene vista come l’occasione per un’unica “preghiera”: quella a “San Crocerista”. Ma la speranza di vedere i vacanzieri fare grandi acquisti non è elevata, così vuole la tradizione.
“Non ci sono parcheggi, è questo l’unico problema. La nostra merce non ha nulla da invidiare a quella dei grossi centri, è anzi migliore”, commenta Piero Simonetti, 73 anni, da mezzo secolo vende scarpe e borsette per donna in via Garibaldi, “qui andiamo sempre peggio, si vive alla giornata”. Darvene Steinhous ha due negozi: “I cinesi copiano e vendono a metà prezzo ma con materiali diversi dai nostri, il calo delle vendite è pauroso. Tra tasse, affitti e bollette stiamo toccando il fondo”. Qualche sprazzo di ottimismo arriva da Simone Mereu, 30 anni: “Otto anni fa ho aperto un negozio che vende abiti e accessori femminili, li vendo anche online e a domicilio, con Facebook e Instagram è tutto facile e gratuito. Serve aprire anche le domeniche e la notte, ma tutti insieme. Basta, comunque, con tutti questi permessi per far aprire grossi centri e catene commerciali”.