Il Brotzu? Deve restare” libero dal Covid per curare gravi patologie e per consentire i trapianti d’organo”. A dirlo è la onlus Prometeo di Pino Argiolas, associazione da anni in prima linea per i diritti dei trapiantati. La creazione di un reparto Covid, con la levata di scudi dei sindacati e la lettera di allarme di 50 anestesisti, rianimatori e infermieri, trova la sponda anche dei trapiantati: “L’associazione richiede, pertanto, un intervento all’Assessore alla Sanità affinché per ogni distretto sanitario siano individuati, in numero congruo: “ospedali Covid”, dedicati esclusivamente alla cura dei pazienti affetti da questo virus; “ospedali Covid-free” dove proseguire con la medicina ordinaria, per evitare in ogni modo ospedali e pronto soccorso misti dove il rischio di infezione è molto alto”.
E, soprattutto, “che sia dedicata particolare attenzione al “G. Brotzu”, unico ospedale sardo di rilevanza nazionale, che è il riferimento per i pazienti di tutta l’Isola, in particolare per i trapianti di organi, attività non rinviabili nel momento in cui è disponibile una donazione.
Si ricorda che il ricovero al “G. Brotzu” di pazienti con infezione da Covid era stato ipotizzato solo in caso di concomitanza di altra patologia pertinente a discipline esclusive del nosocomio cagliaritano e non al trattamento primario della malattia respiratoria dovuta al Covid. La Prometeo richiede, infine, con forza e come ipotizzato dal Commissario straordinario dell’Ares, Massimo Temussi, di: potenziare le Usca e le cure domiciliari nel territorio, anche con una maggiore collaborazione da parte dei medici di famiglia, soprattutto per alleggerire la pressione nei Pronto soccorso; potenziare gli organici con l’assunzione di medici, infermieri e OSS, i cui organici, soprattutto a causa della “quota cento”, si sono ridotti in un anno di circa il 30%”.










