I gilet arancioni arrivano anche a Cagliari. Il movimento che vede come presidente nazionale il generale in pensione Antonio Pappalardo (generale di brigata dei carabinieri in congedo dal 2006, deputato e sottosegretario di Stato alle Finanze del Governo Ciampi, attuale presidente dei movimenti civici Melograno e Dignità sociale e del movimento Gilet Arancioni, è stato anche portavoce del Movimento dei Forconi e le cronache riportano anche, nel 2019, il suo rinvio a giudizio da parte del tribunale di Roma per l’accusa di vilipendio del Capo dello Stato) piazza radici anche nell’Isola e si prepara, il trenta maggio prossimo, ad una manifestazione nel capoluogo sardo, davanti alla Prefettura, per firmare due “singolari” documenti: “Messa in stato di accusa di presidente della Repubblica e Governo e nomina del Comitato di liberazione nazionale”. L’evento è già stato creato sul gruppo di Facebook e, nell’Isola, il coordinatore è il sessantaduenne Antonio Chessa: “Sono pensionato ed ex maresciallo della Guardia di Finanza. I due documenti sono particolari, certo, perchè vogliono rappresentare un atto di accusa contro i politici che, per noi, sono stati eletti abusivamente. Come mai le norme legate al Coronavirus non sono state votate dal Parlamento in seduta plenaria? Si è trattato di una decisione drastica”, afferma Chessa, “e dove sono finite le libertà personali? L’Italia rischia di essere svenduta ai potentati esteri, abbiamo pure già firmato il Mes”.
C’è però il tema del Coronavirus, sul quale non si può e non si deve scherzare, visto che si tratta di una pandemia riconosciuta a livello mondiale: “Non sono un medico e non voglio che la mia opinione possa essere travisata”, spiega Chessa, “penso solo che restare chiusi in casa non sia piacevole, qualcuno ha addirittura utilizzato il termine ‘arresto’, forse esagerando. C’è però tanta gente che ha bisogno di tornare al lavoro e a vivere. Siamo contro la violenza, il nostro vuole essere un atto dimostrativo. Ci aspettiamo molte persone alla manifestazione”. Ma come ci è finito il 62enne a capo della “costola” sarda di questo movimento? “Mi sono occupato, in passato, della Zona Franca, e ho avuto modo di conoscere il generale Pappalardo. È lui che mi ha scelto, penso perchè si fida di me”.











