Un fenomeno che la cronaca racconta puntualmente ma è “decisamente più ampio e, spesso, sconosciuto”: queste le parole di Roberta Sulis, consigliera comunale e medico di professione che ben sa cosa accade in città anche attraverso le conseguenze delle azioni messe in atto soprattutto dai più giovani.
Le dipendenze da alcol e sostanze stupefacenti rappresentano una problematica crescente tra i giovani, con gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale, nonché sul tessuto sociale della comunità.
Secondo i dati disponibili, il consumo di alcol tra i giovani di età compresa tra 11 e 24 anni è in aumento e si registra una crescente diffusione di sostanze stupefacenti e psicofarmaci senza prescrizione. L’uso di alcol prima dei 16 anni, può determinare grave tossicità su fegato, apparato riproduttivo e cervello e l’iperabuso di alcol e di sostanze stupefacenti, specialmente durante l’adolescenza, possono determinare lesioni permanenti su aree cerebrali con conseguenti disturbi del comportamento, ansia e depressione, incapacità di regolazione emotiva , aumento dell’ impulsività, deficit della memoria.
“L’uso di sostanze alcoliche prima dei 16 anni può determinare dipendenza, con cadenza settimanale si verificano nel centro storico di Cagliari, episodi definiti “ malamovida” che vedono coinvolti giovani e giovanissimi che fanno abuso di alcol e sostanze stupefacenti e sfociano in liti ed aggressioni”. La proposta, dunque, affidata al sindaco Zedda e alla sua giunta che punta sulla prevenzione.
“La prevenzione e il contrasto delle dipendenze richiedono un approccio integrato che coinvolga istituzioni, famiglie, scuole e associazioni locali e che è necessario promuovere politiche di informazione e consapevolezza per educare i giovani a valutare i rischi legati al consumo di alcol e sostanze stupefacenti”. Rafforzare, quindi, “le campagne di sensibilizzazione per rendere consapevoli i giovani dei rischi delle dipendenze, potenziare i servizi di supporto psicologico e di trattamento delle dipendenze, in collaborazione con i centri di riferimento”. Non solo: Sulis e gli altri colleghi consiglieri di minoranza chiedono di “potenziare il servizio degli educatori di strada, attualmente attivo, definire delle strategie di supporto ai genitori, destinare risorse economiche adeguate per sostenere progetti e iniziative volte alla prevenzione e al contrasto delle dipendenze”.