Cagliari, salta il cinema all’aperto in piazza del Carmine: “Colpa dei tavolini di ristoranti e bar”

I film sotto le stelle? Non ci saranno, terremoto sull’organizzazione degli eventi per riqualificare l’ex salotto buono della città. Gli organizzatori: “Presi in giro dal Comune, non siamo cavie. Con tavolini e giostrine fare solo il cinema non è conveniente, non c’è spazio per le nostre bancarelle”


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Il progetto del cinema all’aperto in piazza del Carmine naufraga all’improvviso. Doveva partire il primo weekend di giugno ma, invece, salta tutto. L’evento principale legato alla riqualificazione dell’ex salotto buono di Cagliari viene annullato dagli stessi organizzatori, che hanno inviato una email di fuoco all’amministrazione comunale, a firma dell’Ulaas Cataleya eventi di Cecilia Congiu. I motivi? Diversi, e messi in fila uno dopo l’altro. E ai quali fanno seguito amare considerazioni. Per la Congiu e per il suo socio Nanni Martelli, infatti, il pensiero è che il Comune “non voglia valorizzare con manifestazioni la piazza”, voglia “dare solamente spazio ad attività commerciali all’aperto tavolini e sedie (magari a gratis), utilizzarci per dare un servizio alle attività commerciali”. La Congiu e Martelli sono netti: “Ci sentiamo presi in giro dall’amministrazione per come si sta svolgendo l’iter burocratico”. E ancora: “Solamente il cinema è antieconomico, poiché per quanto ci sia il contributo non copre le spese reali, e non possiamo fare un esborso con quattrini propri oltretutto senza avere certezze per tutti i professionisti che ruotano attorno (da noi interpellati, che aspettano risposte), e non possiamo esporci senza avere certezze”. Ecco perchè la Ulaas ha deciso di “rinunciare all’evento”.
Maggiori dettagli arrivano proprio da Nanni Martelli: “Ci hanno chiesto una nuova valanga di documenti, riusciremmo a iniziare le proiezioni non prima di fine giugno. Gli spazi in piazza poi saranno occupati dai tavolini e dalle sedie dei ristoranti, che hanno chiesto l’ok al Comune e che, a quanto sappiamo, l’hanno ottenuto. È anche colpa loro, oltre a giostre, giostrine e una pista per macchinette che dovranno installare, più sedie e tavoli di due bar. Così ci mettono in condizione di non poter piazzare le venti bancarelle che vendono artigianato, legno e bigiotteria. Lo spazio non c’è, e noi non siamo cavie di nessuno”, tuona Martelli. “Il contributo di 6540,51 euro previsto dal Comune? Non l’abbiamo ricevuto, siamo gente che non prende soldi prima di iniziare a lavorare”.


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