Cagliari, ruspe in marcia verso i silos del porto: “Nessun investitore per riqualificarli, saranno abbattuti”

Solo idee, nessuna manifestazione d’interesse per i “giganti” di cemento del molo Rinascita, chiusi dal 2011 per rischio crolli. Il presidente dell’Autorità, Massimo Deiana: “Hanno un forte appeal turistico ma mancano gli investitori. Il 31 marzo, se non arriveranno proposte, darò il via libera all’abbattimento della struttura”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Sono lì da decenni, ma il loro funerale sembra essere dietro l’angolo. I maxi silos del molo Rinascita – una torre alta 54 metri, 21 celle, un fabbricato alto 44 metri e una canina di trasformazione di sette metri – stanno per scomparire dal panorama. Non è arrivata nessuna manifestazione di interesse, solo sette richieste di accesso alla documentazione progettuale della struttura. Insomma, zero atti concreti da parte di un possibile investitore privato, e allora non rimane altro da fare che abbatterli. La dead line è già fissata: 31 marzo 2019. O entro quella data arriva una richiesta formale o le ruspe, molto presto, sbricioleranno tutto.

“Siamo a un bivio, da qui l’esigenza di ricorrere ad un estremo appello pubblixo attraverso i media, affinché qualche operatore interessato possa presentare una manifestazione formale per prendere in concessione e riconvertire i silos”, spiega il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, Massimo Deiana: “Si tratta di un notevole investimento ma una struttura del genere, soprattutto per le dimensioni e la posizione strategica nel cuore del porto e del waterfront della città, riveste un innegabile appeal per chi ha interesse ad investire in attività rivolte al settore del mare e del turismo. Spero che entro fine mese arrivi qualche richiesta concreta”, ma i tempi, ormai, sembrano essere strettissimi. E la demolizione, inoltre, ha un costo non certamente economico: “Tra i settecento e gli ottocentomila euro”.


In questo articolo: