Si è “rifugiata” in viale Trieste, aprendo da zero un ristorante molto frequentato anche in settimana, Sabrina Concas, imprenditrice cagliaritana che, insieme al marito Ignazio Giordano, sono saliti più volte agli onori delle cronache quali “vittime” del multipiano sbarrato di via Caprera a Cagliari. La loro pizzeria, la Slot, è stata una istituzione: alzi la mano chi ha almeno 30 anni e non ha partecipato ad almeno una pizzata di compleanno di un compagno di scuola o collega di lavoro. Eppure, nel 2016 è arrivata la crisi nera: “Abbiamo dovuto chiudere. Senza più parcheggi e con i lavori iniziati e bloccati eravamo coperti dalle transenne. Ci siamo dovuti arrendere, licenziando dodici persone”, racconta la Concas. Nel 2020, fiduciosi che gli operai potessero tornare a breve, hanno investito migliaia di euro per aprire un self service: antipasto, primo, secondo, contorno a prezzo fisso, per intercettare soprattutto i tanti dipendenti, statali e privati, a Stampace alta. “Ma oggi siamo ancora chiusi, è impossibile pensare di restare aperti e funzionare se siamo isolati, oltre ai problemi di sicurezza della zona”.
E la Concas, da imprenditrice che gira e che “assaggia” l’aria che tira chiacchierando con i suoi colleghi, ammette mestamente che “diversi colleghi hanno già chiuso e qualcuno ha ceduto ai cinesi. Ben venga, ma così le nostre attività finiscono. L’University era un locale di via Caprera gestito da ragazzi sardi, ora è un ristorante cinese. Ho parlato col sindaco Paolo Truzzu per saperne di più sui lavori, mi ha rimbalzato alla Regione e lì ho parlato con degli assessori, ma nessuno sa chi debba fare questi lavori. Io posso aprire, lavorare e dare lavoro. Ho anche fatto affidamento sulle promesse della Regione del bando ‘resisto’, del quale però non he ho beneficiato”.










