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Sarebbe interessante e utile che alcuni soggetti come il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, da una parte, e che la Commissione Europea che finanzia il Piano del Traffico Urbano della Città di Cagliari e quello dei Comuni della Città Metropolitana facessero un apposito sopralluogo per verificare se la realizzazione delle “piste ciclabili” rispondono ai requisiti tecnici e di sicurezza voluti dalle norme statali e comunitarie. Questo per stemperare e superare le polemiche che ormai si stanno diffondendo a macchia d’olio e nell’interesse dei cittadini, ma anche per evitare lo spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate in maniera più appropriata e proficua.
Non solo, ma anche per stroncare in maniera decisa il ” malvezzo ” di certi amministratori che si giustificano affermando ” intanto i soldi ce li da lo Stato, ce li da la Comunità Europea”, dimenticando che sono soldi pubblici, cioè di tutti, di quelli che in Sardegna, in Italia e in Europa pagano regolarmente le tasse, e pure ” salate”.Veniamo adesso al dunque e alla polemica che in questi giorni invade il quartiere di Sant’Avendrace che, nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale, dovrebbe essere sacrificato a vantaggio delle piste ciclabili. Il plastico che ci è stato fatto vedere, è l’esemplificazione della superficialità con la quale viene proposto il “restyling” del quartiere.
La riqualificazione di Sant’Avendrace nel dopoguerra, negli anni delle prime ricostruzioni, il piano urbanistico ha previsto l’edificazione arretrata rispetto al filo strada e la costruzione dei palazzi con porticati di pubblico transito e i larghi marciapiedi che conosciamo. Così si è andati avanti per decenni e con tale tipologia dovrà essere portato avanti e possibilmente completato il viale, secondo lo sviluppo urbanistico programmato, che non potrà essere modificato secondo i capricci di questo o quell’amministratore di turno. Io credo che sarebbe stato più utile destinare le risorse a conseguire tale obiettivo, piuttosto che sciuparle per realizzare opere non utili, almeno nel contesto attuale, come quelle che il Sindaco, la Giunta e l’intero Consiglio Comunale hanno deciso di realizzare.