“Il signore nella foto credo che sia il mio papà… Riconoscerei quel passo e quella nuca a chilometri. Dopo aver parcheggiato in via Oslavia stava raggiungendo la mia mamma al bar fronte orto Cappuccini per il loro consueto caffè. Porta il suo borsello e la borsa di mamma, con la bustina dei disinfettanti perché erano spaventati dal Covid. La cosa incredibile è che oggi leggo questo bell’articolo ed è esattamente tre mesi che non c’è più. Gli avrebbe fatto un immenso piacere”. Sono le parole commosse di Cristiano Floris, figlio di Marcello Floris, che riconosce immediatamente il padre nello scatto diventato virale grazie al racconto della fotografa cagliaritana Fiorella Sanna. A Casteddu Online aggiunge: “Mio padre abitava in via Bainsizza, mia mamma Marcella vive ancora lì. La foto lo ritrae nel suo amato giardino, che curava con tanta dedizione negli anni della pensione. Anche se la sua vera passione era la storia della sua adorata Cagliari e del quartiere del quale era originario, Castello”. Il ricordo si intreccia con l’incontro raccontato da Sanna, un episodio che sembra tratto da un romanzo. “Cortesemente, potrebbe dirmi l’ora? Il mio orologio ha deciso di fermarsi”. Così, con tono gentile, l’uomo elegante, vestito di scuro, borsa in mano e profumo discreto di bergamotto, si rivolge alla fotografa. “Sembrava arrivato con la macchina del tempo”, scrive Sanna, “Con quell’eco di acqua di colonia d’altri tempi”. La risposta: “Le 18:30”. Una smorfia appena accennata sul volto dell’uomo, come chi realizza di avere fretta, poi un sorriso, il gesto antico del cappello sollevato in segno di ringraziamento e il passo che riprende lento lungo il marciapiede. “Resto a guardarlo sparire”, racconta ancora Sanna, “Finché un monopattino di Deliveroo non manca poco mi travolga, riportandomi bruscamente alla realtà”. Un incontro breve ma capace di lasciare un segno, che oggi acquista un significato ancora più profondo grazie al ricordo del figlio: la testimonianza di un uomo d’altri tempi che, anche dopo la sua scomparsa, continua a parlare attraverso i gesti e i racconti di chi lo ha amato.










