di Paolo Rapeanu
C’è chi è “irregolare” e racconta di aver fatto il cameriere in Senegal, chi sopravvive guadagnando qualche euro nelle campagne sarde e chi è qui con padre e fratelli al seguito. Piazza del Carmine, negli ultimi anni, è diventata un punto di ritrovo per molti ragazzi stranieri. In parallelo sono arrivate le proteste di una parte dei calgiaritani. “Troppo degrado e delinquenza” questo il leit motiv. Con le Forze dell’ordine che sono intervenute più volte per sedare litigi e risse. Ma loro, gli stranieri che passano anche tante ore nella piazza, si difendono: “I cattivi? Sono ovunque. È l’Italia che non di dà nulla di nulla, c’è chi vorrebbe pure tornare al suo Paese”.
Un ragazzo di 25 anni del Senegal, “non mi faccio riprendere in volto perché non voglio” difende a spada tratta i suoi connazionali: “Se lasciano la rete wi-fi fanno un piacere alle persone che non hanno nemmeno un centesimo per potersi sentire con la famiglia. Qui non si vive comunque, io lavoro nelle campagne sarde e sono qui da quindici anni. L’Italia ha preso gli immigrati e lo ha buttati nelle strade, a casa nostra se prendiamo una persona le diamo un tetto e da mangiare”, dice, in modo sin troppo chiaro, il 25enne, “così nessuno va a rubare o fare il criminale. Gli italiani non si sono presi le proprie responsabilità, devono aiutare questi ragazzi che fuggono dalla guerra. Io non sono scappato dalla guerra, sono in Sardegna con la mia famiglia, ma tanti altri ragazzi hanno bisogno di aiuto. Qui c’è solo umiliazione, chi scappa dai paesi poveri è perché cerca di meglio. Molti stranieri arrivati non conoscevano l’alcol, adesso bevono 24 ore su 24 perché hanno problemi da risolvere”, sostiene il ragazzo, “io dal Comune non voglio nulla perché mi sono sempre arrangiato, ma tanti ragazzi hanno bisogno dei loro documenti perché vogliono partire in Germania o Inghilterra. Qui non gli danno nulla, nemmeno le bestie vivono così”.










