Niente veglioni e cenoni negli alberghi la notte di San Silvestro, il nuovo Dpcm del Governo Conte vieta i festeggiamenti nei luoghi chiusi. Chi vorrà trascorrere l’ultima notte dell’anno in un hotel si dovrà accontentare del servizio in camera, i ristoranti interni dovranno chiudere obbligatoriamente alle diciotto. E la crisi, anche negli hotel cagliaritani, si taglia a fette. Prenotazioni in netto calo, molti dipendenti in cassa integrazione e incertezza totale sul futuro. La pandemia continua a produrre crisi, purtroppo.
Davide Collu, titolare del T Hotel, è furioso: “Applicheremo le misure imposte in modo rigoroso, ma tenerci aperti è, da parte del Governo, il peggior dispetto che potesse farci. Il servizio in camera a Natale e Capodanno è inapplicabile, gli ospiti non avrebbero un servizio ragionevolmente gradevole e gradito. Ci stanno dicendo, in pratica, che le persone devono restare a casa. Abbiamo delle prenotazioni che sono legate a una serie di servizi che non potremo più erogare”, afferma Collu. E le disdette rischiano di essere dietro l’angolo. Difficile sperare che arrivino turisti italiani, dal 21 dicembre scatta il divieto di uscita da tutte le regioni. “Le prenotazioni sono in calo del 50 per cento sin da marzo, il fatturato è in calo e abbiamo dipendenti in cassa integrazione”.
Capitolo ristori: “Siamo ancora in attesa, al di là delle enunciazioni non abbiamo visto un euro e, in più di un’occasione”, dichiara il numero uno d T Hotel, “i collaboratori lamentano la mancata erogazione dei fondi della cassa integrazione. Stiamo facendo ruotare tutto il personale, ma per le vacanze chi verrà in hotel? Tutto sarà bloccato. Forse sarebbe stato più semplice dire, da parte del Governo, che gli hotel dovevano restare chiusi, ma ciò avrebbe portato a dover erogare dei ristori che, evidentemente, non ci vogliono dare”.









