È arrivata al porto di Olbia, sabato notte, per imbarcarsi sulla nave Tirrenia diretta a Civitavecchia. La meta finale era l’ospedale Bambin Gesù, ma Michela Campanella, 41enne cagliaritana, insieme al marito Giuliano Serra e al loro bambino, un tredicenne “che ha subìto da poco un intervento al cuore molto complesso, prende coagulanti e non è possibile sottoporlo alle vaccinazioni Covid, e che ha una malattia rara”, la partenza se l’è dovuta sudare. “Per più di due ore il personale si è rifiutato di farci salire perchè il mio piccolo aveva solo il green pass da tampone negativo e non quello da vaccino. Ho spiegato loro che bastava il tampone, ma non hanno voluto sentire ragioni”, racconta la donna. Che ha visto seriamente naufragare la possibilità di fare avere a suo figlio consulti medici importanti nell’ospedale della Capitale. Gli animi si sono accesi, sul pontile: “Ho fatto resistenza, non volevo scendere. Partire, per noi e per nostro figlio, era un diritto, avevamo tutte le carte in regola. Ho chiamato la polizia, intervenuta subito: è stato solo grazie a loro se, alle 22:40, a bordo della Tirrenia c’eravamo anche noi, visto che gli agenti hanno ricordato al pilota che bastava il tampone negativo”.
Ma la rabbia è tanta: “Al pari del freddo che abbiamo preso e ai disagi che abbiamo vissuto per ben due ore”, prosegue la Campanella: “Ho voluto denunciare tutto, pubblicamente, perchè spero che un caso simile non capiti a nessun altro. Voglio ricordare che il Governo ha deciso di abolire il super green pass per spostarsi tra le isole”.