Sì, alla fine è andata, ma quanta “ansia”. È questa la parola che accomuna una fetta degli studenti cagliaritani alle prese con l’esame orale della quinta superiore ai tempi del Coronavirus. Gli ultimi quattro mesi hanno studiato prevalentemente a casa, causa lockdown, e si sono dovuti preparare senza “vivere” quell’ambiente scolastico al quale erano abituati. Oggi, la prima infornata di interrogazioni: tutte le materie, o quasi, da dover portare davanti a una commissione di volti noti, “ma coperti dalla mascherina”: a parte un commissario esterno, tutti professori interni. Queste le regole stabilite dal ministero dell’Istruzione. E l’emozione, per molti, è stata davvero tanta: mascherina obbligatoria dal cancello dell’istituto sino all’aula, poi libertà per naso e bocca. E poi, dita incrociate e concentrazione, prima del sospiro di sollievo.
Giovanni Chessa, studente del liceo scientifico Pacinotti, dopo 55 minuti riassapora l’aria del cortile interno della scuola: “È andata, mi sono dovuto igienizzare le mani e indossare la mascherina, me la sono potuta togliere solo mentre parlavo”. I prof, invece, l’hanno sempre tenuta indossata: “È stato difficile capire soprattutto le domande di inglese, anche per il tono di voce basso dell’insegnante. Da marzo ho studiato a casa, i primi gironi sono stati di felicità ma poi le condizioni sono diventate dure, ho dormito ad orari strani. Io non avrei fatto svolgere l’orale, i professori avrebbero potuto riunirsi e fare una media dei voti legata al nostro percorso scolastico di cinque anni”. Felice per essersi “liberata” dell’esame orale in modalità “antivirus” Alice Cittadini, diciottene di Cagliari: “L’orale è stato impegnativo, ho dovuto portare tanti argomenti, legati a tutte le materie, è durato un’ora. Il primo periodo solo elaborato di matematica e fisica e poi ho ripassato tutte le altre materie, tutto a casa. Oggi mascherina e igienizzante sia all’ingresso a scuola sia all’ingresso nell’aula. Lì, con la distanza di due metri dai docenti, mi sono potuta levare la mascherina. Ho avuto molta ansia, ma sono soddisfatta. Alla fine, la preparazione prima di un’esame è sempre singola, i professori mi hanno messa a mio agio. Sono riuscita a dormire ma con l’ansia, da settembre andrò all’università, in Ingegneria biomedica. Di questo periodo mi ricorderò tutte le procedure per entrare a scuola, con molti più controlli rispetto a prima”.









