Una bara di legno chiaro direttamente appoggiata sul pavimento. Squadrata, senza scritte né orpelli, nessuna foto. L chiesa dei santi Caterina e Giorgio, praticamente di fronte a casa sua in via Scano, gremita, tanta gente anche fuori. Così Cagliari ha dato l’addio a Nichi Grauso, l’editore visionario morto domenica all’alba dopo mesi di malattia.
Oltre alla famiglia, tutti gli amici e i collaboratori che si sono alternati al suo fianco per anni, diversi giornalisti. Qualche politico, ovviamente Renato Soru e poi Pier Sandro Scano, Piepaolo Vargiu, gli ex sindaci di Cagliari Emilio Floris e Paolo Truzzu, Paolo Fadda, l’assessore regionale Franco Cuccureddu, Massimo Fantola. E poi Giorgio Mazzella e Gualtiero Cualbu, Gianni Onorato e l’amico di sempre Beppe, il ristoratore del Flora dove per decenni Grauso ha pranzato, cenato, raccolto aneddoti e concluso affari.
Quando il carro funebre si è mosso per raggiungere il cimitero di Pula, dove Grauso sarà sepolto accanto alla madre, è stato salutato da un lungo applauso dei presenti.