“Mi usano come bagno per cani, posa cenere e porta rifiuti. E mi camminano sopra con le auto. Ora basta”. A parlare è la sophora japonica di via Sant’Efisio. Un albero piantato agli inizi del ‘900 tra le chiese di Sant’Anna e Santa Restituta. E’ l’ultimo albero delle viuzze strette di Stampace. E in un cartello affisso al tronco vengono descritte le ultime drammatiche vicissitudini della pianta.
Si legge che l’albero ha resistito alle bombe del ’43 del secolo scorso, “conosco le vicissitudini di questi luoghi, oltreché di tutte le persone residenti e non. Quasi mai mi rivolgono la parola, mi abbracciano e mi accarezzano, ricevo piuttosto strattoni, colpi e costantemente mi urtano veicoli. Le mie radici sono martoriate dai pneumatici e anche il tronco potete vedere quanto sia stato deturpato. Spesso le mie cavità vengono utilizzate come porta rifiuti e posa cenere. Anche i padroni dei tanti cani che passano mi utilizzano come bagno pubblico e nessuno si preoccupa mai di pulire i tanti escrementi maleodoranti che vedete ai miei piedi. Lo scorso anno mi hanno capitozzato e questo è il risultato. Vi chiedo solo un poco di rispetto se volete che continui a farvi ombra e di non parcheggiare sulle mie radici e la troppo angusta aiuola. Grazie per quel che potete fare cari compagni di viaggio.
(Foto Cagliari in verde)